Maurizio Petrelli in concerto a Lecce: «Ognuno è figlio dei suoi tempi, essere applauditi dal pubblico salentino vale doppio»

Stasera, 26 febbraio, il crooner e cantautore salentino Maurizio Petrelli, sarà in concerto alle Officine Cantelmo di Lecce per presentare live i brani del suo ultimo album “SCRIVO CANZONI PER MOSCHE E ZANZARE” (Glider Records /Belive), disponibile in digital download e su tutte le piattaforme digitali.

Ad accompagnarlo sul palco ci saranno i musicisti Nando Mancarella al pianoforte, Michele Colaci al basso, Stefano Nuzzone alla chitarra, Paolo Colazzo alla batteria e Franco Sgura alla tromba/flicorno.

Maurizio Petrelli in concerto a Lecce

Il 27 Gennaio è uscito il suo nuovo disco “SCRIVO CANZONI PER MOSCHE E ZANZARE”. Come è nato questo titolo?

Il titolo è una metafora attraverso la quale ammetto di scrivere e realizzare consapevolmente musica che non corrisponde al mood attuale, al “suono” che domina l’airplay radiofonico. Del resto sarebbe innaturale il contrario. Ognuno è figlio dei suoi tempi e la mia musica è la sintesi dei generi che ho amato. Quella scritta sui fogli pentagrammati, la canzone “classica” nel senso nobile del termine, fondata su armonia, melodia e ritmo, suonata da musicisti in studio e non programmata in un computer. Ecco, questa musica pare non interessare più, ma io sono convinto che ci sia un pubblico che la apprezzerebbe, ma al quale bisognerebbe farla arrivare. Ed è la cosa più difficile. Da queste considerazioni è venuto fuori il titolo “Scrivo canzoni per mosche e zanzare”.

Il nuovo album si allontana dagli stili che hanno caratterizzato i suoi precedenti album. Le piace sperimentare nuovi generi e nuove sonorità?

Sostanzialmente sì. Dopo tre album imperniati su sonorità ed ambientazioni jazzistiche, ho sentito la necessità di pensare i brani in modo diverso, più intimista, lasciandomi guidare dall’emozionalità, partendo già dalla scrittura. Poi gli arrangiamenti hanno seguito la natura stessa dei motivi musicali”.

La sua carriera artistica ha inizio negli anni ’60, quando fonda i SOUL BROTHERS. Che ricordi ha di quel periodo?

“In realtà i Soul Brothers sono figli degli anni ’90… il periodo musicale più bello dello scorso secolo… Il blues e soprattutto il Rythm and Blues ebbero una rinascita grazie anche a dei brani storici scritti da Zucchero. Poi l’arrivo della Disco Music prima e della Dance Music dopo, dette una connotazione ancora più netta di quegli anni di rinascita musicale e sociale”.

Quanto pensi che sia cambiata la musica negli ultimi anni?

Tantissimo e credo sia cambiata in peggio. L’avvento di tecnologie iperavanzate che di fatto hanno semplificato la realizzazione dei brani, sin dalla loro ideazione, sviluppo della registrazione e poi via via fino alla realizzazione finale, cambiando ma direi forse banalizzando il risultato. Oggi si nota palesemente che gran parte dei brani scritti sono privi di melodia e dalla lirica traballante e spesso ripetitiva. Ma bisogna comunque rispettare il lavoro fatto da giovani che seguono il loro istinto musicale che sarà senza dubbio la musica di domani”.

Crede che l’avvento di nuove tecnologie di fruizione dei contenuti (tipo Spotify, Amazon Music) sia un bene o un male per l’arte?

Secondo me è un bene in quanto dà la possibilità a tutti di poter ‘esporre’ al mondo il loro prodotto musicale. Poi la legge di mercato la fa da padrona dettando tutte le regole che sono ben conosciute. Ma il “capolavoro” emerge sempre in questo oceano di note…anche se scritto da un anonimo qualsiasi”.

Stasera canterà nella cornice delle Officine Cantelmo di Lecce. Da salentino sarà sicuramente una grande emozione.

Esibirsi a Lecce è sempre emozionante! Il pubblico leccese, competente ed esigente, non è uso a nascondere i pareri durante qualunque concerto. Il suo atteggiamento è sempre sincero e appassionato, nel bene e nel male. Quindi essere applauditi dal pubblico salentino, vale doppio”.

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