Cosa Resta, Parma-Lecce

Buona la prima, grazie e Padre Tempo ed ai primi, meritatissimi, Applausi per Difra

Giocasse sempre al Tardini sarebbe, probabilmente il Lecce sarebbe in Champions.

Nel frattempo dall’Emilia si portan giù 3 punti che valgono quasi quanto una Coppa dalle grandi orecchie. Questo, e qualcos’altro, restano di Parma-Lecce

Buona la prima

L’aura romantica attorno alle prime volte avvolge e mitizza momenti che, in realtà, assumono valore anche solo per il fatto di esser vissuti.

Senza tanti fronzoli, che si tratti di amore, di lavoro, o di qualsiasi altra occasione della nostra vita, il mito non è tanto in ciò che è costruito attorno, ma nell’emozione che quel momento suscita.

Ecco, anche per questa vittoria è così.

Non importa tanto il come, e nemmeno tanto il perché. Importa che sia arrivata, bella, puntuale e decisa.

Che l’abbia fatto poi con una prestazione in linea con quella di 7 giorni fa, non è altro che un bel prologo per il resto della stagione.

E va benissimo così. Buona la prima.

Padre Tempo

C’è un Dio, o comunque un’entità superiore per gli atei, che da lassù tutto orchestra e governa, cercando di bilanciare, quando può, sfighe e sfortune di chi sta al piano di sotto.

Colui che stavolta, e menomale, ha trovato il tempo di dare uno sguardo al Lecce e dare giustizia ai 3 pali contro il Bologna soffiando in porta un cross di Sottil fino a farlo diventare gol decisivo.

Una compensazione che premia, nel giusto modo, una squadra che è sulla strada per diventare gruppo, e che in questi 3 punti trova la forza per andare avanti nel suo percorso.

Un bilanciamento che infonde qualche certezza in più in dei ragazzi che, nel lavoro e nel tempo, dovranno trovare la forza di far emergere tutta la loro qualità.

Aiutati, senz’altro, da Padre Tempo.

Applausi per Difra

È presto per cantare vittoria, ci mancherebbe altro.

Equilibrio, in campo e soprattutto fuori, è ciò di cui ha più bisogno questa squadra.

Però è anche giusto dare i meriti a chi, anche nella tempesta di chi già chiedeva la sua testa, ha tenuto la barra dritta credendo nel suo lavoro.

Un condottiero che vive i suoi ragazzi tutti i giorni, che sa esattamente di cosa hanno bisogno e che deve, necessariamente, trovare il modo di mettere ognuno in condizione di rendere al meglio.

E sulla strada di una stagione da 38, 6 partite sono il minimo per iniziare ad inquadrare un gruppo che sembra, finalmente, sulla strada giusta.

“Ci mancano giusto i 3 punti”, aveva detto.

E i 3 punti sono arrivati.

Applausi per Difra.

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