Intanto perché non è ancora, affatto, il momento di mollare.
Perché finché c’è ancora un 1%, un’ultima possibilità, un ultimo minuto da giocare, vale la pena credere in un sogno inseguito per tanti, lunghi, mesi.
Non è il momento di mollare
Quanti obiettivi, nella vita, inseguiamo vedendoli allontanarsi sempre di più, vedendoci frapporre davanti ostacoli insormontabili, batture d’arresto che tolgono il fiato?
Per Aspera ad Astra, scrisse Virgilio.
E gli Aspera sono infiniti nella stagione del Lecce, fanno parte del suo DNA, della sua storia, dell’indole di una terra che deve fare sempre uno sforzo più degli altri per raccogliere ciò che merita.
Le sconfitte, i tonfi pesanti, hanno fatto e fanno male, ma non è ancora il momento di gettare la spugna.
Se non altro perché la chance di riscatto c’è, è ancora lì, davanti a noi.
E non possiamo certo arrivarci con lo spirito di chi si fascia la testa prima di cadere.

Non è il momento di piangersi addosso
Per i processi sommari, per i capi di imputazione pesanti, per le richieste delle teste da far cadere ci sarà tempo.
Adesso è il tempo di soffiare tutti insieme, in 22mila e più, su quel pallone da far rotolare in rete a tutti i costi, più di quanto abbia mai fatto in questa stagione.
Finché sarà un soffio, in un alito di vento, a fare la differenza, il Via Del Mare dovrà essere il catino che questa squadra merita, anche solo per il giallo e il rosso che porta stampato addosso.
Recriminare, ora, a poco più di 24ore dall’ultima sfida che vale una stagione, sarebbe come rinnegare l’idea che chi ha scelto di vivere questa passione sia in grado di soffrire pur di sognare.
Non serve a nulla, piangersi addosso. Mai, specialmente adesso.
È il momento di crederci più che mai
È cominciato tutto a fine Agosto, eravamo tutti più abbronzati e più fiduciosi, quello si.
Credevamo, forse, in una stagione un po’ più tranquilla, forse perché alla terza in serie A inconsciamente ci si sente più fiduciosi e forti.
È andata un po’ così fin da subito, con Gotti che non ha mai ingranato e Giampaolo che ha prima illuso e poi deluso. Ma niente, assolutamente niente, di nuovo rispetto a quanto una “piccola” squadra di provincia, in una lega di giganti, potesse attendersi.
Qualcuno è partito, qualcun altro è arrivato, e anche questo fa parte del gioco, della storia di una stagione.
Quello che non ci lascia, e che non deve lasciarci mai, è la fame di conquistare ciò che partendo da sconfitti ci siamo sempre guadagnati.
L’orgoglio del riscatto, del traguardo inatteso, o quello del, quantomeno, averlo inseguito con il sudore fino all’ultimo.
Per questo è il momento di crederci, più che mai.