Cosa Resta, Milan – Lecce

I due punti di vantaggio sul Verona, il palo di Banda e la buona prestazione per Baroni.

Durante la partita è girato un pò tutto, tranne che al Ruota della fortuna. Vediamo Cosa Resta di Milan – Lecce.

Maledetta primavera

Loretta Goggi l’ha impressa nella mente degli italiani da più di quarant’anni, ma c’è da giurare che anche quella del Lecce di quest’anno rimarrà impressa nei tifosi giallorossi a lungo. In realtà il periodo choc inizia da fine febbraio, ma 1 punto e 2 striminziti gol in 8 partite hanno quasi azzerato tutto ciò che di buono si era fatto fino ad allora. Non resta che ripartire da zero, anzi, da +2. Che non sarà il patrimonio del +11 che ad un certo punto si era accumulato, però è senz’altro un buon punto di ri-partenza. Certo che però, che botta. Maledetta primavera.

Gira la ruota

Quella di Mike Buongiorno per anni ha distribuito premi e penalità ad epici concorrenti che li subivano pur di arrivare ad indovinare la frase finale. Quella della fortuna distribuisce al Lecce in questo momento solo penalità, tra pali ed autogol che vanno ad aggravare un periodo già di per sé delicato. Ma come ha detto Baroni in sala stampa tornerà a girare, perché è nella storia del calcio e delle nostre vite, prima o poi il vento favorevole arriva. Certo è che per il momento a girare è ben altro, e non proprio consono al mondo dei buoni auspici. Speriamo torni a girare anche la ruota ( yeh, yeh !)

Stop – tutto nelle tue mani

Parafrasando il titolo di una celebre serie di Rai Uno, il senso di questo momento a tinte giallorosse potrebbe essere precisamente questo. Stop con i rimpianti, stop con le recriminazioni sul vantaggia dilapidato, stop con le ingiurie verso le scelte sbagliate fatte. Il passato è una storia che non possiamo che leggere, diceva qualcuno. Quello tutto da scrivere è il futuro, ed è tutto nelle mani di un Lecce che mai come questa volta vede passare l’impresa dal Via del Mare e dalla sua voglia matta di restare in A.

Nulla è perduto, il finale è ancora tutto da scrivere ed il bello arriva proprio quando il gioco si fa duro. È tempo, semplicemente, di tornare a giocare. E, possibilmente, a vincere.

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