La Taranta la Pizzicau, la leggenda del tarantismo

Nel Salento delle leggende e delle storie il nostro scarcagnulu non poteva non raccontarci ciò che si cela dietro il fenomeno del tarantismo.

Tra storia e magia

Intrinseco tra mistero e magia, il fenomeno affonda le proprie radici già nel periodo compreso tra il IX e il XIV secolo. A quell’epoca, infatti, il tarantismo si era ormai diffuso in tutta l’Italia meridionale, in particolar modo in alcune zone del Puglia e nel Salento.

Secondo la leggenda nasce tutto dal morso di un particolare ragno, la Lycosa tarantula, conosciuta semplicemente come tarantola.

Le vittime più frequenti di questo fenomeno erano le donne, poiché erano più esposte al rischio di essere morsicate dal ragno lavorando in campagna durante la stagione della mietitura. Il morso velenoso del ragno creava nella “tarantata” una sensazione di malessere e forti convulsioni, alle quali attraverso la musica e la danza si provava a dare guarigione, praticando una sorta di esorcismo tribale.

Il fenomeno del “Tarantismo”

La tradizione vuole che per curare le tarantate, infatti, le povere donne venissero distese per terra in un vano oscuro della casa e adagiate su delle lenzuola.

Da lì poi si faceva partire una musica, in genere un violino e un tamburello, al suono della quale la “pizzicata” cominciava a danzare per ore ed ore, sino allo sfinimento. Lo scopo era quello di consumare energie danzando con movimenti intensi volti a eliminare il veleno dal proprio corpo.

Il giorno seguente le donne, per completare il rito,confluivano da tutto il Salento verso la cappella di San Paolo a Galatina, dove secondo la tradizione dovevano bere l’acqua del pozzo sacro per far scomparire totalmente i sintomi. Si assisteva a scene di delirio, malessere, urla, ma anche di grandi feste per celebrare la guarigione definitiva.

Come per ogni leggenda degna di nota si cercò di dare anche a questa una connotazione religiosa: San Paolo, infatti, venne ritenuto il santo protettore di coloro che sono stati “pizzicati” da un animale velenoso, capace di guarire per effetto della sua grazia. La scelta del santo non è casuale: la tradizione vuole il Santo stesso, a sua volta,fosse sopravvissuto al veleno di un serpente nell’isola di Malta.

La connotazione religiosa presto, però, si scontrò con la realtà. La leggenda narra, infatti, che le donne che si recavano presso la cappella di San Paolo spesso avessero dei comportamenti non consoni all’ambiente, ad esempio mimando rapporti sessuali o, addirittura, mingendo sugli altari.

Per questi motivi la chiesa di San Paolo a Galatina (LE), nel Salento, venne sconsacrata e San Paolo da santo protettore degli avvelenati ben presto passò per essere ricordato, in questo territorio, come il santo delle perversioni e della sessualità.

La Notte della Taranta oggi

Il logo della Notte della Taranta

 

Sulla scia della leggenda, dal 1998 in Salento è nata la “Notte della Taranta”: un evento che porta ogni annomigliaia e migliaia di appassionati di musica e folklore popolare nel Salento per ballare sui ritmi forsennati di pizziche e tarantelle.

Il festival si svolge in maniera itinerante per il Salento durante tutto il mese di agosto, culminando poi in un mega concerto a Melpignano, in provincia di Lecce. Il simbolo do quest’evento, e anche quello che campeggia sul palco è un ragno dalle zampe arcuate, che richiama appunto il tarantismo.

L’obiettivo dell’evento, nato su iniziativa dell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina, è quello di valorizzare la cultura e le tradizioni che hanno, da sempre, caratterizzato il territorio salentino: a partire dal dialetto fino ad arrivare alle produzioni artistiche, con la danza come veicolo dell’anima più autentica del Salento.

Ogni anno si esibisce sul palco del Concertone l’Orchestra popolare accompagnata da artisti di fama nazionale e non solo, guidati da un “maestro concertatore” che ha il compito di creare un progetto basato sulla tradizione salentina, capace di convogliare musica e divertimento.

Negli ultimi anni, la Notte della Taranta ha assunto una connotazione di carattere internazionale, suscitando interesse anche dall’emittente pubblica di Stato, che già da diverse edizioni trasmette la serata finale sui propri canali televisivi e coinvolgendo anche artisti internazionali di grande spessore.

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