Il problema è che ieri in tanti hanno fatto bene, mancando spesso però proprio dove più serve. Tipo la storia del fumo e dell’arrosto. Oggi Numbale tema grigliata.
TERZO POSTO GONZALEZ
Sotto tono da un po’ di tempo, forse per lo scotto dei ritmi della serie A o semplicemente per un calo fisiologico. Quando entra dimostra che Maleh non è nemmeno lontanamente un suo sostituto, per la voglia, il coraggio e la classe che mette nel proporre e nel proporsi. Augello non riesce a fermarlo nemmeno tenendolo al guinzaglio con la maglia. Forse è entrato troppo tardi?
GONZALEZ è quello che arriva alla grigliata quando la brace è già bella che pronta, e però porta esattamente quello che serve: una bella cerveza fresca a metà ripresa.
SECONDO POSTO OUDIN
Spesso delegato ai margini dei match, anche perché le chance da titolare le ha sprecate con prestazioni incolore. Ma poi, a volte, si mostra esattamente come ciò che manca a questo Lecce: la classe dietro la punta, il movimento tra le linee, la pennellata da fermo. Il problema è che ha la dannata sindrome del trequartista: la discontinuità
Lui è quello che tira bidone una pasquetta ogni due, ma che poi quanto viene prova sempre a svoltare la festa con i soliti trucchetti da mago strampalato, il mago Oudin.

PRIMO POSTO CEESAY
Migliore in campo per acclamazione. Ma migliore in campo quasi sempre, perché lui spende con generosità e voglia tutti i minuti che Baroni gli concede, che siano dall’inizio o a fine partita. Si muove tantissimo, apre spazi, crea occasioni per sé e per gli altri, fa un gol grazie a un gran movimento e lascia a Gallo un cioccolatino che Antonino non riesce nemmeno a scartare. È attualmente ( e da tempi non sospetti) il miglior attaccante in rosa per continuità.
Ceesay è quello sottovalutato, ma che salva la grigliata portando i panini che in realtà nessuno si era ricordato di ordinare. Perché lui è così, il Numbale che vale, la punta che spunta, il Monsieur Ceesay.
Il top of the Opp – il migliore degli avversari
Pareva un tarantolato, non si dava pace per ciò che i suoi non erano in grado di fare, nemmeno nelle cose più semplici. Sarebbe sceso in campo lui, ed avrebbe fatto sicuramente meglio. Dejan Stankovic è l’unico della Samp che non si arrende. Ed il pareggio è tutto suo.