Peccato. Ce lo siamo detti spesso, soprattutto quest’anno. E dopo quest’appuntamento con Conte ce lo diciamo anche di più.
Questo, e qualcos’altro, restano di Lecce-Napoli
Niño, non aver paura
Fuori dalla spicciola retorica De Gregoriana, la storia di un 17enne che si prende il pallone più pesante in una sfida ai Campioni D’Italia fa, di per sé, epicità.
Una scena già vissuta qui a Lecce, nel recente passato, quanto un altro giovane ex Milan, Colombo, si caricò sulle spalle il peso di una salvezza che grazie a quel rigore diventò storia.
Il coraggio non è da tutti, la voglia nemmeno, ma davanti alla Curva Nord e ad un portiere di 2.02 mt anche il più grande rischia di fare brutta figura.
Poi c’è quel discorso dei punti persi, che però non passa certo dai piedi di Camarda più di quanto non lo abbia fatto da quelli di tutti i suoi compagni in campo.
La protezione di Ramadani, prima, dopo e durante, è garanzia che il ragazzo si farà, e che si farà perdonare.
Niño, non aver paura.
Le radici ca tieni
Antonio Conte non ce la fa. Soffre troppo il rifiuto del suo popolo, sente troppo che vorrebbe tornare ad essere, se non paladino, quantomeno accettato.
E se perfino Bari ha eletto un sindaco che di cognome fa Leccese, fa bene Antonio a provare a riappacificare la sua anima con il popolo giallorosso.
Perché al di là degli episodi, al di là di un passato professionale che fa male (ma comunque professionale rimane) Antonio Conte vive e trasuda questa terra da tutti i pori.
Ovunque sia andato, ovunque abbia vinto, l’ha sempre fatto con lo spirito sanguigno che il Salento ti inculca, senza mai rinnegare un briciolo di ciò che questa terra ti insegna².
E se a volte perdonare non è facile, accettare diventa più semplice quando il tempo sedimenta l’odio sotto la coltre della vita che scorre.
Perché no te scerri mai, delle radici ca tieni.

La Firenze del Sud
Il legame tra l’arte leccese e quella fiorentina è, soprattutto, negli occhi di chi, nel capoluogo salentino, vede lo stesso trionfare di bellezza che coglie in quello toscano.
Il legame sportivo, tra Lecce e Fiorentina, è ancora più profondo e racconta di storie e di intrecci infiniti passati, attuali e persino futuri.
Rimanendo nel presente, Pantaleo Corvino in Toscana sarà sempre un uomo che accenderà una scintilla nel cuore dei tifosi viola. Così come, con le dovute proporzioni, lo farà sempre Pongracic in quelli giallorossi e Sottil (sperando recuperi) in quelli fiorentini.
Una partita dai tanti volti, per due squadre sulla carta agli opposti ma unite nel destino di una classifica che in questo avvio di stagione le appaia in una lotta comune.
E allora, sul campo, che ci si sfidi ad armi pari.
Sperando che vinca Firenze, ma la Firenze del Sud.