Tra doni, miracoli e fatti straordinari, il nostro scarcagnulu ci porta in giro per un viaggio unico, tra storia e magia. Tra una ncartiddrata e un purciddruzzu, un panettone e un pandoro, questo Natale ha deciso di prendersi un attimo di pausa e raccontarci la suggestiva leggenda di Sant Nicolaus. Mettetevi comodi e preparatevi per un’avventura indimenticabile!
Tra storia e magia: la leggenda di San Nicolaus
Chiudiamo gli occhi: siamo nel IV secolo. C’erano una volta tre fratelli; il padre, un nobile della città, aveva deciso di mandarli ad Atene per completare la loro istruzione.
“La strada che porta ad Atene è pericolosa, figli miei; tuttavia, a Mira, poco distante da qui, abita il vescovo Nicola. È un sant’uomo, e se vi darà la sua benedizione, arriverete a destinazione sani e salvi. Prima di mettervi in viaggio, andate a cercarlo”.
I bambini così prepararono i bagagli, li caricarono su un carro e partirono. Quando arrivarono a Mira, però, era già scesa la notte.
“Cerchiamo subito il vescovo Nicola” disse il più piccolo.
“È tardi; il vescovo starà già dormendo. Cerchiamo una locanda per riposare, andremo da lui domani” disse, invece, il più grande.
“Ha ragione tuo fratello; cerchiamo una locanda”, disse quello di mezzo.
I tre cercarono una locanda ed entrarono. Vedendoli entrare, l’oste servì loro la cena e li accompagnò nella loro stanza, poi chiuse la porta e, capendo che fossero nobili, rimase fuori ad aspettare… Aspettò che i bambini si fossero addormentati, poi tornò nella loro stanza, li uccise e rubò tutte le loro ricchezze. Per evitare che qualcuno scoprisse i loro corpi, li nascose in dispensa, sul fondo dei barili con la carne in salamoia.
Quella notte un angelo apparve al vescovo Nicola e gli disse: “Domani va’ dall’oste e fatti portare nella dispensa: poi, chiedigli di aprire i barili della salamoia”.
Il giorno seguente, Nicola entrò nell’osteria e chiese all’oste di fargli vedere la carne, per decidere cosa mangiare. Il vescovo sperava che l’oste, a quella richiesta, si pentisse e chiedesse il suo perdono; ma quello lo portò nella dispensa e gli mostrò la carne nei barili.
Nicola recitò una preghiera e per miracolo, i bambini uscirono dal fondo dei barili, sani e salvi. Vedendo quel miracolo, l’oste si convertì; restituì loro tutto ciò che aveva rubato e da quel giorno visse da buon cristiano. Da allora, tutti i bambini, quando hanno bisogno di aiuto, pregano chiedendo a San Nicola di proteggerli, proprio come aveva fatto in quell’occasione.
Un’altra leggenda narra, invece, ci porta nel XI-XII secolo, quando San Nicola diede per dote tre sfere d’oro a tre povere fanciulle, perché potessero sposarsi. Un’altra leggenda lo vede salvare tre fanciulli affamati e senza cibo, ai quali donò tre mele che il mattino seguente si trasformarono in preziosi frutti d’oro. Per questo motivo in molte sue raffigurazioni tiene tra le mani tre sfere dorate.
Per celebrare tutti questi episodi che lo ricordano a partire dall’età medioevale, il 6 dicembre divenne il giorno dello scambio di doni. Un gesto simbolico che ci ricorda molto la leggenda di Babbo Natale, che nacque in America nel 1922 da una poesia di Clement C. Moore ispirata proprio alla figura di San Nicola.
La figura di San Nicola è molto importante in Italia e, in particolar modo, nelle città di Bari, Venezia, ma anche Squinzano e Salve, nel nostro Salento, dove San Nicola è santo patrono delle città.
Nel 1087, dopo la caduta dei musulmani a Myra, i baresi recuperarono alcune reliquie del santo. I veneziani, rivali dei baresi nei traffici marini, arrivarono Myra nel 1099 impadronendosi delle restanti reliquie. Per questi motivi, San Nicola divenne il patrono di Bari e, per i veneziani, il santo patrono dei marinai, celebrato nell’abbazia benedettina di San Nicolò del Lido.
Anche a Squinzano ogni anno si celebra San Nicola con il tradizionale e suggestivo rito della vestizione del santo, la consegna delle chiavi al Santo Patrono da parte del Sindaco della città e l’esposizione della reliquia del Salento alla cittadinanza.