Salento da Incanto, la Madonna dell’Uragano di Cocumula

Una storia comune a tanti luoghi del Salento, ma che trova a Cocumula la sua collocazione più credibile

Oggi lo Scarcagnulu ci racconta una storia che accomuna tanti luoghi del Salento ed ha origine nella prima metà del diciannovesimo secolo.

Su di una terra ancora povera, flagellata dalle malattie, resa instabile dalle calamità naturali, un lontano giorno di inizio settembre si stava abbattendo qualcosa di simile ad un’apocalisse. Oggi il folletto ci svela la storia della “Madonna dell’Uragano”

Tra storia e magia

E’ inizio settembre. Periodo fervido in un Salento sempre laborioso ed ancorato ai prodotti della terra. Periodo di vendemmia e di mosti, di raccolti e di preparazioni, di transizione tra l’estate torrida e il freddo inverno ancora lontano.

Accadde che un giorno, in una terra ancora fin troppo flebile di fronte agli scherzi del destino, che sul Nord Salento iniziò a sferzare una vera e propria tempesta di vento.

La tradizione individua una data precisa: il 10 settembre 1832.

Non è raro, tuttavia, che nel Salento, il forte vento inizi improvvisamente a sbalzare luoghi e campagne. Vere e proprie tempeste, soprattutto provenienti da sud, spesso scirocco che arriva direttamente dal deserto del Nord Africa.

Quel giorno, nei campi, i contadini si accorsero subito che c’era qualcosa che non andava… il cielo sembrava animato da forze sovrumane, quasi spiritato. Rumori, veri e propri boati squarciavano la tranquillità dell’agro di Cocumula: arrivavano dalla vicina cittadina di Diso. Tutti iniziano a correre, a scappare, a cercare un riparo da qualcosa che non sembrava poter lasciare scampo.

Una tromba d’aria senza precedenti iniziò a sferzare distruggendo case e campi. Proprio in quel mentre, un artista locale era intento a dipingere un affresco all’interno della chiesa dedicata alla Madonna Assunta. Preso dal suo lavoro ed isolato all’interno della struttura, il giovane rimase al suo interno finché si accorse che tutto intorno a lui stava per crollare. Disperato, volti gli occhi al cielo, ed ebbe una straordinaria visione: una donna, una madonna apparve dal nulla e fermò il ciclone proteggendo la città e la sua gente. Un miracolo, un’apparizione che segnò per sempre la vita di quella comunità e di quel pittore, che ribattezzarono subito l’edificio sacro dedicandolo alla madonna che aveva fermato l’uragano.

Se però questa versione attribuisce la leggenda alla zona di Minervino e della sua Frazione Cocumula, ne esistono altre, molto simili, che la legano al Comune di Carovigno, in provincia di Brindisi.

Ma le leggende del Salento si sa, sono come il nostro Scarcagnulu: corrono per paesi e genti, senza trovare mai pace o sede fissa, se non nella storia di chi è certo di averla vissuta.

Vivere oggi Cocumula

Cocumula è un piccolo paesino, frazione di Minervino di Lecce, che si colloca a metà tra Maglie e Otranto. È una piccola e laboriosa cittadina, caratterizzata ancora da un’economia piuttosto rurale e basata sull’agricoltura e sui suoi prodotti.

Il nome della città deriva, secondo gli studiosi, dal latino medievale ‘coccum’, altura per via della piccola collinetta (105mt sul livello del mare) in cui si colloca.

È un territorio che pullula di storia e di grandi tradizioni. Oltre alla storia della Madonna dell’Uragano, gli studiosi hanno rilevato nel tempo su questo territorio un importante insediamento archeologico. Lo storico Cosimo De Giorgi, ad esempio, rilevò alla fine del XIX secolo un menhir di 375 cm. Oggi, dopo importanti attività di restauro, è alto appena 320 cm ed è collocato all’interno di una bella area di tufi e aiuole all’interno del centro abitato.

La grande tradizione religiosa influenza ancora pesantemente, come in molti centri del Salento, gli appuntamenti legati alla tradizione locale. Storica è, ad esempio, la festa legata alle Tavole di San Giuseppe che si festeggia ogni anno il 19 marzo. Al di là delle importanti celebrazioni civili e religiose, la tradizione prevede che vengano imbandite nelle abitazioni delle vere e proprie tavolate dove prendono posto 13 figuranti e dove vengono servite tutte le prelibatezze tipiche della cucina salentina: dai dolci (zeppole), rape, pasta fresca tipica e tanto pesce.

La cittadina è fervida anche dal punto di vista culturale: da anni infatti, nel periodo di settembre è organizzato un premio dedicato all’importante poeta contemporaneo Vittorio Bodini che, tra le sue opere, dedicò una poesia propri a questo paese:

Un paese che si chiama Cocumola

è

come avere le mani sporche di farina

e un portoncino verde color limone.

Uomini con camicie silenziose fanno un nodo al fazzoletto

per ricordarsi del cuore.

Il tabacco è a secare,

e la vita cocumola fra le pentole

dove donne pennute assaggiano il brodo»

Vittorio Bodini, Cocumola

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Cosa fare a Cocumula

A metà tra Maglie e Otranto e frazione di Minervino di Lecce, Cocumula si colloca in un punto strategico dal quale sono tante le possibili attività da svolgere.

Gli appuntamenti con le Feste della tradizione si svolgono in diversi periodi dell’anno, ma soprattutto a settembre con la Festa della Madonna dell’Uragano il secondo fine settimana di Settembre preceduti dalla festa della Puccia il Venerdì precedente.

Diverse associazioni, inoltre, organizzano visite archeologiche e culturali su tutto il territorio di Cocumula e la vicina Minervino.

Cosa si dice di Cocumula

La più bella recensione di Cocumula è quella di Bodini che, con la sua poesia, fermò il tempo illustrando un paese vivo, fervido e legato, indissolubilmente, ad una tradizione che ad oggi trasuda dalla vita di tutta la comunità.

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