Salento da Incanto, la “Madonna de le Gnizze” di Salve

A due passi dalle dorate spiagge Salentine, una leggenda tra storia e magia.

Attirato dal frastuono di un entroterra sempre laborioso e attivo, oggi il nostro Scarcagnulu si addentra per le campagne di un borgo del Salento più profondo. 

Il Salento è una terra piena, in ogni suo angolo, di luoghi mistici e di magia. Ogni località è in realtà lo scrigno verso un mondo molto più profondo di quello che superficialmente emerge, che affonda le sue radici nella tradizione orale della cultura popolare. Oggi il nostro folletto si trova a pochi kilometri dalle dorate coste del Basso Salento, da quei luoghi contornati da un mare cristallino che non fa altro che cullare una terra ricca anche di storie e racconti magici. Siamo a Salve, per raccontarvi la leggenda della Madonna delle Gnizze.

Tra storia e magia

L’entroterra, i paesaggi rurali più nascosti, sono spesso palcoscenici di leggende a metà tra storia e magia, in un contatto mistico tra la terra e il paradossale che solo l’uomo è in grado di leggere e stabilire. Questa, ad esempio, è la storia della Chiesetta della Madonna delle Gnizze, nelle campagne di Salve. Scrive Marco Piccinni, sul suo portale Salogentis:

[Silenzio. Nessuno ha più la forza di piangere i morti che di giorno in giorno si accumulano nelle fosse comuni. Volti straziati dal dolore, visi rigati dalle lacrime. Un anno che difficilmente potrà essere dimenticato. Quel 1540 martoriato da un morbo di cui molti ignoravano la denominazione. Non faceva differenza conoscere il nome del male che avrebbe potuto ucciderti se non se ne conosceva anche il rimedio per sfuggire all’atroce sentenza. Quello che ti impediva di avvicinarti ad un amico, ad un familiare sofferente per timore di essere contagiati a propria volta. Quello che ti impediva di respirare, di mangiare, di bere, temendo che qualsiasi cosa potesse essere infetta e veicolo di contagio.

Alcuni raggi di luce si fanno strada nella mente di un uomo, entrano con forza dalle pupille in quegli istanti in cui l’occhio vuole destarsi dal sonno e cerca di aprirsi ad un nuovo giorno ma che rimane ancorato nella dimensione onirica. Quella luce si muove, si sposta, si altera fino ad assumere un’immagine nebulizzata, confusa di una donna, un volto amico che non si scompone, non si presenta. Sembra non muovere le labbra, non emettere alcun suono eppure si sente una voce. “Scava, cercami tra il fango e i rovi. Riparami dalle intemperie e vi salverò!”.

Il povero contadino protende la sua mano per toccare quell’eterea figura, così irraggiungibile anche se così vicina. Gli occhi si aprono. Quel suo viso rassicurante e radioso si dissolve. E’ giorno. Un altro.

Mosso da un istinto alimentato da un sogno che appare ancora così confuso e surreale l’uomo si veste in fretta, esce di casa e corre nei campi a cercare l’immagine di quella donna che poco prima aveva promesso salva la vita alla sua comunità. Passano le ore, non si avverte la fatica, la fame, la sete. “Nessuno deve più morire! Nessuno deve più morire! Nessuno deve più mo…”. Quel viso, riemerge dalla terra. “Sei tu. Sei tu la donna che ho sognato!”. Mosso da coraggio e speranza ritorna al suo villaggio per annunciare la lieta notizia che sembra averlo anticipato. Il paese è in festa, tutti sono già guariti.

Siamo a Salve, in contrade delle Gnizze, lì dove nel 1616 verrà eretta una cappella.

Menzionata nella relazione della visita pastorale di Mons. De rossi nel 1711 che così la descrive:

Ho visitato la chiesa di Santa Maria della Neve, situata in un luogo denominato Le Gnizze, sulla via di Ugento, Grancia della chiesa Madre, eretta nel secolo passato con pubbliche elemosine dei devoti su suolo pubblico. Viene celebrata una messa nella festività di Santa Maria ad Nives da un sacerdote qualsiasi, per devozione. Possiede alcune suppellettili acquistate con le offerte dei devoti. Sulla parete è dipinta l’immagine della Vergine.”

Una storia comune a tante altre, quella delle immagini sacre che riemergono dal sottosuolo dopo anni, secoli di oblio. Come quella delle chiese abbandonate e dimenticate.]

Ascolta la puntata su Spotify

Vivere Salve oggi

Attualmente la Cappella della Madonna delle Gnizze, di proprietà privata, è interdetta alle visite a causa di evidenti cenni di cedimento strutturale e pericoli annessi.

Quella della Madonna delle Gnizze è solo una delle storie tra terra e magia che caratterizzano questo territorio.

Più famosa, tra la popolazione locale, è infatti la leggenda della “Grotta delle Fate, una grotta carsica collocata in località Fani dove si narra che nei tempi andati un ragazzino di nome Nicolino, che faceva il pastore, entrò a cerare alcune pecorelle che aveva smarrito. Addentratosi, il giovane scoprì che in fondo ad uno stretto passaggio vi erano alcune luccicanti pepite d’oro. Il giorno dopo, raggiante, corse per tutto il paese annunciando a tutti la presenza del prezioso tesoro all’interno della grotta.  In tanti, credendo al racconto di Nicolino, corsero a cercarlo in ogni angolo della cavità, trovando però solo polvere e detriti. Avviliti, mentre stavano per tornare in superficie, sulle pareti della grotta notarono una scritta che era apparsa magicamente: “PPoppiti ca otru no siti, stati mmenzu all’oro e no lu canusciti”, che in italiano potremmo tradurre con “stolti che  nient’altro siete, vi trovate circondati dall’oro che cercate e non siete in grado di riconoscerlo”. Un chiaro riferimento magico ed ironico ad un patrimonio non solo agricolo (l’olio fin dall’antichità rappresenta l’oro di questa zona) ma anche a quello paesaggistico, culturale ed umano che spesso gli uomini faticano a riconoscere come tale.

Oggi Salve è una solare ed attiva cittadina del Sud Salento che negli anni ha vissuto uno sviluppo turistico senza precedenti. Tantissime sono le strutture ricettive, i servizi e le attività dedicata alla fruizione turistica del territorio, con una importante crescita nel tempo anche di alternative in grado di valorizzare il centro storico e quello abitato, distante solo pochissimi chilometri dalle famose spiagge di Pescoluse e Torre Pali.

Grazie alle attività delle istituzioni e degli enti presenti sul territorio, diversi sono gli appuntamenti e le attrazioni che rendono interessante un soggiorno all’interno del terriorio durante tutto l’arco dell’anno.

Fervida è, a Salve, la fede cristiana che scandisce numerosi appuntamenti che coinvolgono fedeli e non solo. In particolare le celebrazioni in onore di San Nicola Magno, santo patrono insieme a Santa Teresa di Gesù Bambino, è un appuntamento ricorrente per questa comunità. Il Santo Vescovo di Mira, infatti, è celebrato in ben tre appuntamenti: il 6 dicembre (anniversario della sua morte), l’ultima domenica di Maggio con la tradizionale Fiera e le celebrazioni eucaristiche e fine luglio con i festeggiamenti tradizionalmente dedicati al Santo ed organizzati in questo periodo perché fossero fruibili anche dai cittadini salvesi emigranti che durante l’estate tornavano in città per le vacanze.

Proprio all’interno della Chiesa madre dedicata al Santo protettore, la magnifica Chiesa di San Nicola Magno, è custodito poi un altro importante gioiello di questa comunità: l’Organo Olgiati – Mauro, il più antico tra quelli funzionanti in Puglia, risalente al 1628. L’antico strumento sacro, che conserva allo stato attuale tutte le caratteristiche fisionomiche e di sonorità, è al centro di un’importante stagione concertistica giunta alla 43esima edizione che durante l’estate, grazie alla collaborazione della Parrocchia e degli enti locali con importanti artisti e Maestri, rende possibile l’ascolto di concerti dalle sonorità antiche ed autentiche

La Chiesa di San Nicola Magno

Il territorio di Salve, inoltre, è disseminato di antichi rudimenti ed edifici che rimandano alla sua profonda tradizione agricola. Il Frantoio Ipogeo “Le Trappite”, situato a pochi passi dalla centralissima Piazza Concordia, è un antico frantoio risalente al 1601 interamente scavato nella roccia e liberamente visitabile grazie ai lavori che negli anni l’hanno messo in sicurezza e reso fruibile. Tante sono, inoltre, le Pajare e le Lliame, costruzioni rurali tipiche presenti nelle campagne del paese, a testimonianza della fervida attività agricola del passato legata prettamente alle produzioni di olio e vino.

    Cosa fare a Salve

    Al di là delle attrazioni legate al mare e alle spiagge di Pescoluse, Torre Pali, Posto Vecchio e Lido Marini, il territorio di Salve offre importanti alternative di fruizione che spaziano dalle attività outdoor a quelle culturali e paesaggistiche.

    La natura rurale dell’entroterra, oltre alle leggende e ai luoghi mistici, accoglie insediamenti rupestri, parchi archeologici e tesori che costituiscono un feeling diretto con le civiltà antiche che hanno vissuto questo luogo.

    Il centro storico è ricco di palazzi, ristoranti, luoghi in cui respirare la vera essenza del Salento di una volta ed è spesso animato da una serie di eventi musicali, culturali e di intrattenimento che rendono piacevole la sua fruizione d’estate e non solo.

    Il mare è poi un’opzione che offre tantissime alternative al classico bagno rigenerante nelle acque cristalline della zona: dalle escursioni in barca nelle splendide grotte dello Ionio e dell’Adriatico al pescaturismo, dallo snorkeling agli sport acquatici. Il piccolo porto di Torre Pali, infatti, rappresenta il punto di partenza ideale per scoprire le coste salentine da una prospettiva diversa ed affascinante.

    Cosa dicono di Salve

    “Un’escursione in barca, piacevole mattinata , ci hanno portato a vedere le grotte sia sullo ionio che nell’adriatico, offrono anche l’aperitivo equipaggio giovane simpatico ho passato proprio 4 ore di puro relax scoprendo un Salento inimmaginabile”

    “Litorale lunghissimo, dotato di molteplici lidi e di spiaggia libera. Mare limpido, acqua bassa, sabbia finissima. Bei posti, da ritornarci.”

    “Appuntamento annuale di concerto d’organo. Nello spendore della chiesa madre, è collocato l’ Organo più antico di Puglia (1628 ) Olgiati- Mauro
    Vari Maestri organari di fama internazionale, si susseguono in diversi concerti di musica sacra. La presenza di un folto pubblico, soprattutto turisti e la bravura dei concertisti, ne esaltano il valore sempre più inestimabile, di questo prezioso gioiello. Strumento sacro, la quale tutta la comunità Salvese ne va fiera.”

    Total
    0
    Shares
    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Previous Article

    "Comincia Carosello!”, il nuovo libro di Loredana Ruffilli

    Next Article

    Oudin: "Contro lo Spezia partita importantissima, faremo di tutto per vincere"

    Related Posts
    Total
    0
    Share