Cosa resta, Verona – Lecce

Punti persi a Due a Due, un Volemose bene con Baroni ed mondo del calcio che fa sperare che si, c’è ancora domani

Una sfida salvezza che alla fine ha il sapore di derby, con dall’altra parte un uomo che, in fondo, a Lecce ha lasciato 2 anni di successi. Vediamo insieme Cosa Resta di Verona-Lecce.

Due a Due

Il secondo pari per 2-2 consecutivo lascia sensazioni completamente diverse da quello di 15 giorni fa contro il Milan. Perché se quello regalava il sapore amaro di una beffa nel finale addolcito da una grande rimonta, quello di ieri alimenta il rimpianto di una vittoria sperata, costruita e poi sprecata. Andare due volte in vantaggio contro una squadra che si giocava tutto non era facile, farsi recuperate due volte su due lo è stato fin troppo.

Un 2 a 2 bello per gli highlights, meno per una classifica che con altri 2 punti persi rimane statica, ma incalzata da chi, sotto, ha ricominciato a correre. E no, non si può più continuare a perdere punti così, a 2 a 2.

Volemose Bene

In tanti in queste settimane hanno sperato che il Lecce fosse il giustiziere di Baroni, che potesse affondare definitivamente il Verona e portare all’allontanamento del tecnico toscano. Non è stato così, anche se, ironia della sorte, a provarci davvero sono stati due suoi pupilli della scorsa stagione, Gonzalez e Oudin. E se il pareggio sta stretto per l’occasione sprecata, aver salvato Marco, in fondo, non dispiace poi così tanto. Perché, in fondo, Baroni ha lasciato a Lecce 2 anni di successi, ha sempre fatto tanto con quello che aveva, ha sempre rispettato una piazza che ha amato e che l’ha amaro.

E allora, tutto questo rancore non serve più a niente. Arrivederci Marco, volemose bene.

C’è ancora domani

Il caso cinematografico delle ultime settimane, il capolavoro di una Paola Cortellesi finalmente alla ribalta ci offre un assist per portare, nel Cosa Resta e in una partita di calcio, un po’ del mondo meno ovattato che lo circonda. Perché al di là del rossetto su una guancia, delle letture prepartita di Rabiot e Lautaro, il calcio può fare tanto per sovvertire la cultura machista di ciò che è fatto “solo per uomini”.

Perché se gli spalti sono pieni di ragazze entusiaste, se le scuole calcio ormai pullulano di team femminili, se un pallone che rotola può aiutare a sensibilizzare chi considera la donna una sua proprietà, beh, allora questo sport può ancora servire a dare il suo sano contributo a questa folle società.

E farci credere che, anche attraverso il calcio si, c’è ancora domani.

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