Cosa Resta, Bologna – Lecce

Dalla cumbia della noia necessaria nel secondo tempo ai personalismi del i’p me, tu p’te. Ma anche alla certezza che, sinceramente, non tutto è perduto

Per mitigare la mestizia del cappottone rossoblù meritato al Dall’Ara, ispiriamoci alla classifica finale di Sanremo per un Cosa Resta, mai come in questa volta, davvero complicato.

LA CUMBIA DELLA NOIA

Si, perché per schivare l’abbiocco del post pranzo domenicale durante il secondo tempo di ieri a Bologna sarebbe servita, davvero, l’energia di Angelina Mango.

Zero conclusioni pericolose verso la porta, nonostante il turnover dei titolari con subentranti ancora più timidi e poco incisivi. Un nulla assoluto, una reazione a sprazzi che comunque si è annullata proprio laddove serve, negli ultimi 15 metri. Un cappotto annunciato, e, anche per questo, abbastanza noioso.

Menomale che c’è Angelina, con La cumbia della noia.

I P’ ME, TU P’ TE

Il discutissimo Geolier ci offre l’assist per approfondire un aspetto che, con il passare delle giornate, diventa sempre più evidente in questo Lecce: quando manca la coralità manca tutto il meglio di questa squadra.

Soprattutto ieri, dopo il doppio svantaggio, i giallorossi si sono addentrati in troppi personalismi, troppi tentativi di risolvere la partita da soli con giocare che spesso sono risultate inutili e rischiose (vedi contropiede del 4-0).

Senza lo spirito di squadra non si va da nessuna parte, specie per una formazione che deve fare necessariamente virtù del collettivo, priva com’è di giocatori in grado di far saltare il banco da soli.

Tutto ciò che non è avvenuto ieri, quando si è giocato I p’me e tu p’te

SINCERAMENTE

Sinceramente quando, quando, quando, quando piango
Anche se a volte mi nascondo
Non mi sogno di tagliarmi le vene
Sto tremando sto tremando
Sto facendo un passo avanti e uno indietro
Di nuovo sotto un treno

La canteremo fino ad Ottobre, lo sappiamo già dal primo ascolto. Sarà la dolce condanna primaverile, estive, nostalgica di fine estate.

E a sto giro diventa, perfino, metafora del momento di questo Lecce, che anche quanto si nasconde, come ieri in Emilia, non deve sognarsi di tagliarsi le vene e smettere di crederci.

Perché la strada è lunga, i punti in palio sono ancora tanti e le occasioni non mancheranno.

Sinceramente.

© foto di copertina www.imagephotoagency.it

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