Turismo, il food guida le scelte di viaggio

Il fattore enogastronomico sempre più importante nei processi di attrazione per le destinazioni.

Secondo le ultime ricerche e rapporti, 1 viaggiatore su 2 sceglie la propria meta in base alla tradizione culinaria della destinazione.

Il fattore enogastronomico come elemento di attrazione per le destinazioni. Secondo il Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2023, infatti, quest’anno ha confermato tendenza di crescita degli italiani che hanno scelto la propria destinazione di viaggio con il food come motivazione principale: secondo il rapporto, infatti sono il 58% nel 2023, un valore superiore di 37 punti percentuali rispetto al 2016. In termini assoluti, si stima siano circa 9,6 milioni.

Dal rapporto, inoltre, emerge che il 67% degli intervistati ha svolto almeno 5 esperienze a tema cibo, vino, olio, a prescindere dal motivo del viaggio, un dato in crescita sul 2021, quando era fermo al 42%.

Un’altra ricerca, condotta dal portale di viaggi Skyscanner, invece, conferma come il food, sia è sempre più al centro delle scelte di chi viaggia, specie in Italia, dove secondo la stessa un quarto dei viaggiatori (24%) dichiara di aver programmato un viaggio in funzione di un ristorante specifico in cui desiderava mangiare, mentre quasi la metà (49%) afferma che lo farebbe volentieri.

Una tendenza non solo italiana, ma diffusa anche tra i viaggiatori del Vecchio Continente: le proposte legate alle attività enogastronomiche sono le più ricercate per i viaggi della seconda metà dell’anno 2023. Nel dettaglio sono indicate rispettivamente dal 17,4% e dal 16,3% degli europei, ossia circa 21,3 e 19,9 milioni; sono 6,2 i milioni, invece, di chi viaggia con motivazione primaria l’enogastronomia, secondo l’European Travel Commission.

Non solo turisti

La voglia di vivere esperienze a tema food, tuttavia, non solo una motivazione di viaggio per i turisti in Italia: le ricerche, infatti, confermano come 7 italiani su 10 hanno svolto almeno 5 viaggi a tema food nei viaggi più recenti, con oltre il 50% degli intervistati che ha dichiarato di utilizzarlo come parametro di scelta anche nei viaggi all’estero.

Scoprire le destinazioni in base alla cucina locale, dunque, sembra essere diventata ben più di una tendenza legata ai target del turismo enogastronomico di nicchia: assaporare un piatto è diventato, alla luce di questi numeri, il nuovo paradigma per “assaporare” anche un territorio.

Gustare le specialità autentiche è tra le attività preferite dai viaggiatori italiani anche con esperienza culinarie di livello che, secondo le stime, costano in media 65 euro a persona.

Un fattore che può diventare elemento di differenziazione importante di un’offerta turistica nazionale che vive la sempre crescente concorrenza sul piano internazionale che, anche attraverso il food, stanno crescendo sempre più in termini di attrattività. Allo stesso tempo, però, rappresenta un’opportunità chiave per territori ricchi di storie, tradizioni e segreti legati all’enogastronomia che possono davvero renderli unici agli occhi di foodies, ormai, sempre più esigenti.

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