Come ogni anno, torna il momento di spostare le lancette. Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, alle 3 del mattino, dovremo portare gli orologi un’ora indietro. Questo significa un’ora di sonno in più, ma anche giornate che si accorciano e il buio che arriverà prima.
Il ritorno all’ora solare serve a riallineare i nostri ritmi con il ciclo naturale del giorno e della notte.
Anche se molti preferiscono la luce prolungata dell’ora legale, diversi studi scientifici sostengono che il cambio stagionale dell’orario possa avere effetti negativi sulla salute, alterando il sonno e i ritmi biologici. Per questo, ogni anno si riaccende il dibattito sulla sua abolizione definitiva.
Medici e ricercatori segnalano da tempo che lo spostamento dell’orario può influire sulla qualità del sonno, sull’umore e sulla concentrazione. Il corpo umano impiega giorni a volte settimane per abituarsi al nuovo ritmo tra luce e buio, con effetti più marcati nei soggetti sensibili. Nei primi giorni dopo il cambio, non sono rari stanchezza, irritabilità e difficoltà di concentrazione.
Introdotta per la prima volta nel 1916 per risparmiare energia durante la guerra, l’ora legale era stata poi abolita e reintrodotta in vari periodi storici, fino alla uniformazione europea del 1980. Oggi, a distanza di oltre un secolo, la sua utilità è sempre più messa in discussione.
Dal 2018, infatti, l’Unione Europea discute l’eliminazione del cambio d’orario. Una consultazione pubblica online aveva mostrato che l’84% dei cittadini europei è favorevole a mantenere lo stesso orario tutto l’anno. Tuttavia, l’iter si è arenato e la decisione è rimasta sospesa.
Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha recentemente rilanciato il dibattito, chiedendo un’accelerazione dell’iter legislativo per mantenere lo stesso orario tutto l’anno. In un videomessaggio diffuso sui social.
Per ora, dunque, l’Europa rimane divisa e il cambio tra ora legale e ora solare resterà in vigore anche nel 2025.
