Salento da Incanto, la leggenda della Quercia Vallonea di Tricase

La storia di un monumento naturale che ha attraversato le epoche

Nel Salento delle leggende, dei miti e dei cavalieri, il nostro Scarcagnulu non poteva non svelarci una delle storie più antiche e conosciute di questa terra.

Tra la Costa Ionica e quella Adriatica, tra le spiagge dorate e i faraglioni biancheggianti del Salento, infatti, si trova una cittadina che custodisce un miracolo della natura che è testimone di una storia antica e suggestiva, la leggenda della Quercia Vallonea di Tricase.

TRA STORIA E MAGIA

In una terra piena di edifici, monumenti e costruzioni che danno lustro all’arte dell’uomo perpetrata nei secoli, anche la natura ha deciso di erigere un suo maestoso vessillo. Un albero, una quercia per la precisione, che all’interno di un territorio non a caso definito Serra del Mito,  rappresenta il teatro migliore per una storia risalente a quasi mille anni fa.

Intorno alla Quercia Vallonea di Tricase, infatti, ruota una delle leggende più intriganti del Salento, una di quelle storie che legano il presente ad un passato di guerre e cavalieri.

Si racconta che circa 8 secoli addietro, nell’epoca delle Crociate, il re Federico II di Svevia di ritorno da una battaglia in terra d’Israele, trovò rifugio e ristoro durante un temporale all’ombra di una già imponente quercia.

Insieme a lui, coperti dell’arbusto trovarono riparo anche 100 gloriosi cavalieri, gli unici valorosi rimasti alla guida dello stupor mundi dopo le tante sanguinose battaglie combattute in Medio Oriente.

Proprio mentre erano accampati all’ombra della Quercia Vallonea, però, giunse tramite un messaggero la notizia di un’imminente e possente attacco nemico. Resosi conto dell’evidente disparità numerica tra il suo esercito e quello avversario, Federico II chiamò a sé i valorosi, avvisandoli della sanguinosa battaglia che si stava prospettando. Nonostante le poche chance di salvezza e di vittoria, però, nessuno dei soldati decise di abbandonare il proprio comandante, anzi, i giovani si riarmarono ancora più orgogliosi ed agguerriti.

Per premiare i suoi fedelissimi, il Re, commosso, decise di consegnare loro un simbolo che potesse infondere loro forza, ma anche speranza: una ghianda.

Ognuno di loro la prese con sé, con la promessa di tornare a Tricase e di piantarla nei pressi della Quercia Vallonea qualora fosse riuscito a sopravvivere alla battaglia.

E così fecero: coloro che sopravvissero tornarono proprio in quel punto, piantarono le ghiande e fecero crescere attorno alla Quercia Vallonea un bosco ancora oggi conosciuto come Bosco di Tricase, un polmone verde che si trova a metà strada tra la cittadina e il suo porto.

VIVERE OGGI LA QUERCIA VALLONEA E TRICASE

Oggi la Quercia Vallonea è vissuta come un vero e proprio Dolmen naturale, un simbolo del passato che è diventato vessillo della Città di Tricase. Un albero mastodontico, di quasi mille anni, che presenta una circonferenza di 4,25 metri con una chioma che copre una superficie di 700 metri quadrati.

L’albero, nel tempo, è stato oggetto anche di numerose iniziative di valorizzazione e tutela, come quella del WWF che nel 2000, in occasione della “Festa dei Grandi alberi” la individuò come albero simbolo della Regione Puglia. Nel 2020, inoltre, la Quercia Vallonea di Tricase è stata candidata, all’interno della lista italiana di “Tree of the Yeardella Giant Trees Foundation per rappresentare l’Italia nel concorso internazionale che avrebbe incoronato l’albero dell’anno. Negli ultimi anni la Quercia è stata, infine, anche candidata anche come Patrimonio Unesco.

Questo “monumento vivente” si inserisce nel contesto della cittadina di Tricase, uno dei comuni più popolosi del Capo di Leuca che conta poco più di 17.500 abitanti (rilevazioni del 2017). Il nome della città, secondo alcune versioni, fa riferimento al primo nucleo costitutivo del paese costituito da 3 casali che si unirono per far fronte comune dal punto di vista economico e militare contro le invasioni straniere tra il X e l’XI secolo.

L’attuale cittadina di Tricase ingloba  ben 3 piccoli borghi: Caprarica del Capo, Sant’Eufemia e Tutino, con il territorio comunale che comprende anche le frazioni di Depressa di Tricase e Lucugnano. Marina Serra e Tricase porto, sono, invece, le due marine.

Tricase è anche la città dei castelli: Il Palazzo Principesco dei Gallone, oggi sede municipale; Il Castello Baronale di Tutino, costruito per volere della famiglia Trane alla fine del 1500; Il Castello di Caprarica, risalente all’epoca della presa d’Otranto da parte dei Turchi;  Il Castello di Depressa, recuperato e restaurato grazie al Barone Antonio Winspere di Napoli; e Il Castello di Lucugnano, con una torre a pianta quadrata che sia affaccia sulla piazza principale della frazione .

Insomma, Tricase è una cittadina che vive in simbiosi con una storia che ha fatto delle sue testimonianze un elemento distintivo della sua attrattività.

COSA FARE A TRICASE

Come evidenziato in precedenza, la storia, la natura ed il mare sono i tre elementi distintivi di questo territorio.

La natura ed il mare di Tricase si fondono in un connubio di paesaggi mozzafiato e calette nascoste. Marina Serra e Tricase Porto, infatti, nascondono all’interno della loro natura selvaggia e delle loro scogliere tipiche dell’adriatico, scorci mozzafiato come:

·       La piscina naturale di Marina Serra, una vera e propria piscina scavata nel tempo dalla roccia che, grazie ad un’apertura che consente correnti di ricambio continue con il mare aperto, si caratterizza per l’acqua cristallina ed adatta anche a bambini e famiglie dato il fondale poco profondo

·       La cala dell’Acquaviva, a metà tra le marine di Tricase e di Castro, che si configura come un’incantevole insenatura dall’acqua fresca e verdeggianti anche nelle più torride giornate estive;

·       Tricase Porto, un piccolo porticciolo scavato nella roccia e protetto dalle alte scogliere che fa da approdo a piccole imbarcazioni turistiche ma soprattutto ai pescatori locali, con acque cristalline e una visuale che spesso incrocia l’orizzonte con le montagne Albanesi.

Dalla Quercia Vallonea al Mare, dalla storia dei Castelli a quella dei riti religiosi, questa piccola città è in grado di regalare, in ogni momento dell’anno, attimi di un’atmosfera pura e tipicamente salentina, come solo questa terra è in grado di fare.

 COSA SI DICE DI TRICASE E DELLA QUERCIA VALLONEA

Unica del suo genere in tutta Europa, Maestosa i suoi rami arrivano fino a terra. Venite in primavera quando fiorisce è uno spettacolo! Boschetto che riesce a lasciarti senza fiato,alberi maestosi. Posto bellissimo per organizzare una bella scampagnata

DEL CASTELLO PRINCIPESCO GALLONE

BNllo questo castello nel centro storico del paese, affacciato su una bella piazza e dal quale è possibile vedere dall’alto le chiese in travertino leccese. La sera in cui l’ho visitato ospitava all’interno delle mostre d’arte e fotografia interessanti!

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