Leo Gassmann conquista il pubblico nei panni del cantautore “Califano”

Leo Gassmann ha inciso alcune delle canzoni più celebri del cantante romano, riarrangiate e interpretate insieme al gruppo di musicisti storici di Califano.

Il film tv “Califano” conquista il pubblico. Nella serata di ieri domenica 11 febbraio la storia del Califfo, Tratta all’autobiografia “Senza manette”, e girata da Alessandro Angelini ha ottenuto 4.174.000 spettatori pari al 22.8% di share.


A vestire i panni di “Califano”, film scritto da Guido Iuculano insieme a Isabella Aguilar, è stato Leo Gassmann, che per questo lavoro ha inciso alcune delle canzoni più celebri del cantante romano, riarrangiate e interpretate insieme al gruppo di musicisti storici di Califano.

La storia che ha incollato il pubblico al piccolo schermo parte a Roma nel 1984 nel Teatro Parioli, dove Califano è in attesa di quella che avrebbe dovuto essere la serata più importante della sua vita: quella in cui si proponeva di ricominciare, ma sei uomini in divisa fanno irruzione nel camerino, lo ammanettano e lo fanno sfilare davanti al suo pubblico che resta esterrefatto. Da qui parte un lungo flashback che racconta la vita del Califfo dagli anni ’60 agli ’80, tra ascesa, caduta e rinascita.


Il film poi torna indietro al 1961, quando Franco, 22enne, vive con la madre e il fratello e scrive poesie, sognando di poter vivere la Dolce Vita. Questi sono gli anni in cui incontra Antonello Mazzeo che sarà per sempre suo amico e Rita, la sua prima moglie che gli darà la sua unica figlia.

Nel 1963 Califano si trasferisce a Milano dove viene ospitato da Edoardo Vianello e qui inizia a scrivere canzoni e a cambiare molte donne, a incontrare amicizie importanti come Gianni Minà e Ornella Vanoni, ma anche a scoprire la droga. Diventa autore e scout ma al culmine di un periodo depressivo, nel 1968 va in clinica per disintossicarsi.
Dopo questo momento difficile, riparte: scrive successi come “Minuetto” cantata da Mia Martini, fonda la “Apollo Records” con Edoardo Vianello, scopre i Ricchi e Poveri e ha un’intensa storia d’amore con Mita Medici ma viene arrestato per droga. Il carcere è una nuova occasione di rinascita, incide “Impronte Digitali”, un album che ne rappresenta la sua più grande eredità. Il film poi si conclude con il concerto organizzato dopo il ritorno in libertà sempre al Teatro Parioli.

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