Lecce, 4 skills per 4 finali da giocare

La delusione dopo la sconfitta di domenica non deve condizionare la lettura di una realtà che lascia ancora l’epilogo della lotta salvezza nelle mani dei giallorossi. Vediamo quali sono le 4 skills che il Lecce deve ritrovare per giocare le ultime 4 finali.

Serenità

Può sembrare paradossale in questo momento, ma è stato a lungo un tema ricorrente nella narrazione di questa stagione a tinte giallorosse.

Tornando indietro di qualche mese (quando ancora le cose andavano “bene”) molti ricorderanno che Baroni, in particolar modo dopo le prestazioni migliori, parlava di “serenità”, di “leggerezza ritrovata” che aiutava i ragazzi a rendere al meglio in campo. Ora il periodo nero che si protrae da inizio Marzo sicuramente ha scalfito anche l’ultimo briciolo di serenità e convinzione nei propri mezzi di un gruppo di per sé giovane ed inesperto su come si regge la pressione a questi livelli. Le sconfitte e le brutte prestazioni negli scontri diretti in casa parlano chiaro: la squadra subisce lo stress del dover fare la partita, del dover vincere a tutti i costi e di uno stadio che spinge solo in quella direzione.

Non sono alibi, certo, ma ritrovare una serenità interna al gruppo per un traguardo ancora alla portata sarebbe il primo passo per tornare a giocare da Lecce.

Determinazione

Nel secondo tempo contro il Verona sembra essere mancato, più di tutti, il mordente che spesso in questa stagione il Lecce aveva dimostrato nel recupero alto e sulle seconde palle. Il Presidente Sticchi Damiani ha parlato di stanchezza, ma in uno scontro diretto così importante si dovrebbero tirar fuori forze aggiuntive per andare a conquistare il traguardo tanto ambito. La rassegnazione al gol subito è ciò che più ha fatto male ai tifosi, quel gettare la spugna prima di aver provato ad andare fino in fondo per centrare almeno un pareggio.

Nelle dichiarazioni di Blin, di Hjulmand e di Falcone dell’ultimo periodo è emersa la grande voglia della squadra di raggiungere l’obiettivo, nella frustrazione di Umtiti rimasto in campo ben oltre il 90esimo l’esempio di chi crede alla causa ed è pronto ad andare fino in fondo per centrare una salvezza ancora alla portata.

È da questi esempi che deve nascere la salvezza, da un gruppo che ha 4 partite per dimostrare di valere ancora la serie A.

Estro e follia

Quello del gol non è un problema, è una caratteristica tecnica di questa squadra. 34 partite sono la prova del nove di un Lecce che per com’è stato costruito ed impostato non è mai andato oltre i 2 gol segnati in una partita, cosa che tra l’altro è avvenuta solo 7 volte.

Attendersi molto di più quindi è abbastanza utopico, schemi ed opzioni sono ormai consolidati e nel bene e nel male sono anche quelli che verranno riproposti nelle prossime partite.

Nel calcio però c’è una componente che, a parte Strefezza, nessuno di ragazzi di Baroni ha mai tirato fuori in questo campionato. Quell’estro che fa saltare il banco, quella follia di un tiro da fuori inatteso, quella giocata non codificata che fa perdere i riferimenti alla difesa avversaria ed apre una strada nuova verso il gol.

Senza di questi si rischia di essere prevedibili e continuare, spesso vanamente, a crossare su un secondo palo dove continua a non arrivare nessuno.

Serenità, determinazione, ma anche estro e follia. 4 caratteristiche da ritrovare per le 4 finali. Verso una salvezza, in fondo, ancora alla portata.

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