I fan dei Negramaro (ma forse un po’ tutti!) hanno aspettato la mezzanotte come fosse un capodanno speciale, hanno atteso un album, decimo lavoro in studio per la band salentina, necessario e urgente in questo periodo in cui l’umanità è ancora tristemente ‘in bilico‘, per il messaggio forte di cui si fa portatore, traccia dopo traccia, lungo 12 brani inediti che sono un eroico atto di speranza.
“Contatto“, anticipato dal singolo omonimo da tre settimane in vetta alle classifiche, è infatti un concept-album che racconta il cambiamento e l’evoluzione, ad iniziare dall’immagine di copertina dove quattro umanoidi con le loro ombre definiscono una farfalla, realizzata in collaborazione con il 3D artist Amin Farah di Theblacklab; un lavoro ‘coraggioso’ che fotografa questo tempo ‘sospeso’ e “parla di persone alle persone” per dirla con le parole di Andrea Mariano, tastierista della band, che ha prodotto interamente il disco.
Disco per il quale i Negramaro, ha raccontato Giuliano, hanno a lungo pensato se sarebbe stato il caso posticiparne l’uscita e che alla fine è arrivato portandosi appresso la prevedibile onda d’urto emotiva: la sua penna non si risparmia, i testi sono un inno alla resistenza dettati della necessità di esserci, di raccontarsi e di raccontare ‘devo essere un cantante e dire quello che penso attraverso le canzoni‘ e lo fa senza tirarsi indietro davanti ad argomenti che per qualcuno potrebbero risultare ‘scomodi’, tematiche importanti quali, ad esempio, l’ambiente e l’emergenza climatica, quella sanitaria, quella umanitaria.
“Contatto” parla di speranza, dunque, non solo nella ‘stand up song’ “Noi resteremo in piedi” che apre l’album, motto di una resilienza che è anche figlia di esperienze personali, ma sviluppando il tema nei 12 racconti in musica in cui assume forme e sfaccettature differenti; l’attenzione viene puntata sull’uomo che deve tornare ad essere responsabile della collettività per recuperare un mondo vivibile senza odio e pregiudizi.
Tra le fonti di grande ispirazione nella realizzazione di questo album ci sono sicuramente su tutti Ennio Morricone e Lucio Dalla, citato nel testo de “La terra di nessuno” con un riferimento ad una sua canzone e i figli dei tre componenti della band ovviamente, Bianca, Ianko e Stella a cui papà Giuliano ha dedicato “Devi solo ballare”.
Sorprende in positivo il featuring, l’unico dell’album, con la diciottenne Madame, sul brano “Non è vero niente” e ancora una menzione speciale a “Non è mai per sempre“, “La cura del tempo” e “Dalle mie parti”, quest’ultima impreziosita da una lunga e intensa coda strumentale.
Insomma, un album ha ben ripagato i tre anni di attesa dal precedente lavoro “Amore che torni” e che farà parlare di sé molto a lungo.