Cosa Resta, Udinese – Lecce

Piccoli (ma non troppo), un Lecce Decimo Massimo Meridio ma anche uno Scommettiamo che, alla fine, finisca tutto in fuffa.

Un posticipo del lunedì alle 18.30 più adatto ai barbieri che ai tifosi, che lascia comunque tanti buoni segnali per la causa giallorossa e non solo. Vediamo insieme Cosa Resta di Udinese – Lecce

Piccoli (ma non troppo)

Un approccio super, una tenuta mentale impressionante, una grande capacità di continuare a macinare il proprio gioco nonostante episodi avversi e gol degli avversari nel proprio momento migliore. Caratteristiche importanti confermate da una squadra che in questo campionato ha già recuperato 6 punti in 9 giornate partendo da una situazione di svantaggio.

Un segno di grande personalità e di una panchina di qualità, in grado di svoltare un match importante come quello di Udine grazie alla classe di Sansone e alla caparbietà di Piccoli. Ma anche un tributo all’istinto di un 4-2-3-1 in situazione di svantaggio, ad un all-in di D’Aversa che sa di follia, ma anche di coraggio.

Un coraggio da grande, pur rimanendo Piccoli (ma non troppo).

Lecce Decimo (Massimo Meridio)

Da Udine vien fuori un Lecce caparbio, combattivo e determinato a riprendersi sempre quello che il fato avrebbe voluto strappar via per colpa di un episodio.

Testa bassa, senza cambiare né idee né gioco, lottando in ogni contrasto per recuperare un pallone da scoccare in verticale verso le frecce Almquist e Banda. Un Lecce gladiatore che non ha paura di scendere nell’arena a lottare, che quando punta e fioretto non bastano è in grado anche di scagliare a difesa della propria porta la fisicità di Baschirotto, di Kaba e di Ramadani senza perdere quella qualità che permette sempre un’uscita palla pulita e costruttiva.

Da Udine vien fuori un Lecce importante, un Lecce Decimo, ma anche Massimo Meridio.

Scommettiamo che

Questa giornata chiude una sosta nazionali tra le più movimentate della storia della serie A, fatta di scandali, retroscena e teatrini TV consoni più ad uno scoop di cronaca rosa che ad un’inchiesta che dovrebbe sanare il mondo del calcio.

Il calcioscommesse è un cancro ricorrente per il pallone nostrano, la ludopatia una piaga diffusa ed il fatto che ad esserne affetti siano i paladini di un gioco che da quel mondo trae, tra sponsorizzazioni ed indotto, fior di quattrini è alquanto singolare, anche se non sorprendente.

Sorprendente è invece la morale di chi, dietro a commenti e frasi fatte, contorna una partita di serie A con almeno 5 martellanti sponsor che invitano a vincere facile, a tentare la fortuna per cambiar vita, ad iscriversi al sito per poter scommettere con tanti vantaggi.

E allora il dubbio è che di tutto, alla fine, rimanga solo fuffa, una simpatica e goliardica parentesi fatta più di frasi fatte che di fatti veri. Un pò come in quel programma Rai di qualche anno fa dove le sfide strampalate finivano solo per generare tante, grasse risate.

Scommettiamo che?

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Previous Article

Serie A, un pallido Lecce afferra l’Udinese in zona Cesarini

Next Article

La classifica del Numbale al contrario, Udinese-Lecce

Related Posts
Total
0
Share