Cosa Resta, Lecce – Juventus

Un Enchanté Madame fin troppo romantico, soprattutto di fronte ad un Core Ingrato e ad campionato che, quatto quatr(r)o, è diventato più competitivo di quanto ci si aspettava

Una fredda serata salentina, con la tramontana che ghiaccia anime, corpi e cuori di 30mila tifosi accorsi a sostenere una squadra che, al cospetto della vecchia signora, si è fatto intimidire un po’ troppo. Vediamo cos’altro resta di Lecce – Juventus

Enchanté Madame

58 minuti di livello, di grande intensità e sporadica pericolosità offensiva, vanificati da un finale di gara in cui, più che affrontarla, il Lecce si è inchinato alla maestosità della vecchia Signora.

Palloni persi, uscite palla imprecise, lanci lunghi sballati e cambi che, tutto sommato, non sono riusciti ad incidere come D’Aversa si aspettava.

Restano tanti bei complimenti per la buona prestazione, ma anche quel 0 alla voce gol segnati e punti guadagnati che fanno male quanto la tacchettata in faccia presa da Pongracic dal mattatore della gelida serata del Via del Mare.

E se l’educazione è l’etichetta che contraddistingue, prima di tutte, la bontà d’animo, questa volta, seppur davanti a una bella vecchia signora, si poteva essere un po’ più scostumati, e non rimanere incantati davanti a lei alle prime difficoltà.

E invece, no. Enchanté Madame

Core Ingrato

Lo ha preso dalle giovanili del Partizan, allevato nella Primavera della Fiorentina, coccolato in prima squadra e reso uno degli attaccanti più importanti d’Europa.

Dusan Vlahovic deve tanto a Pantaleo Corvino, anche se forse non lo sa: nella serata del Via Del Mare, gol a parte, è un indemoniato, corre, picchia e sbuffa tutto il tempo, quasi smanioso di dimostrare al suo mentore quanto davvero sia grande la scoperta che ha fatto ai tempi di Firenze.

Mentre Kristovic, dall’altra parte del campo, combatte contro il mostro dell’astinenza e forse si chiede se, un giorno, anche lui potrà davvero dimostrare al suo mentore di essere il bomber “Comu Kristovic Comanda” che Pantaleo aveva tanto sognato.

E dimostrargli, magari, un po’ più di riconoscenza rispetto al “cugino” bianconero, un Core Ingrato.

Quatto Quatt(r)o

4 squadre in 4 punti (con il Sassuolo escluso, dovendo ancora recuperare), per un campionato che, quantomeno nella corsa salvezza, ha visto il livello alzarsi, con una proiezione di soglia salvezza che sembra essere ben più alta di quella dello scorso campionato.

E allora serve ritrovare, presto, non tanto brillantezza e belle prestazioni, quanto la concretezza di chi sa che la missione “salvezza all’ultima giornata” prevede step importanti e ben scanditi, fatti di costanza e di cinismo, pensando più alla sciabola che al fioretto se non si vuole incorrere in qualche rischio di troppo.

Perché quest’anno, il periodo di 7 sconfitte in 8 partite dell’inverno scorso è improponibile e troppo pericoloso.

Perché anche se non sembra, questo campionato, Quatto Quatt(r)o, è diventato più competitivo di quanto ci si sarebbe aspettati.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Previous Article

Pallavolo, Squinzano Volley nella storia: prima vittoria epica nel Derby contro l’Ugento

Next Article

Calciomercato Lecce, da capitano ad esubero: Strefezza sempre più vicino all'addio

Related Posts
Total
0
Share