Cosa Resta, Lecce – Cagliari

Un asse Lecce- Francia formidable, ma anche un nome che, se piovesse, non sarebbe male affatto. L’auspicio, infine, di un ritorno, si, ma che sappia un pò di futuro.

Felpe bagnate, scarpe da buttare e tante nuove tachipirine da prendere. Che già era tragico, sto periodo, ci si mette pure la pioggia del VDM. Vediamo Cos’altro Resta di Lecce – Cagliari

Formidable

No, non la pubblicità dell’Energia che tartassa da mesi, ormai. Ma l’asse francese che, ormai da due anni, porta luce e poesia nella serie A salentina. Dalla poesia nei piedi dell’homme fatal Oudin al capoccione di Gendrey, dalle randellate morbide di Blin fino al compianto, mai dimenticato e negli ultimi giorni tornato tra i sogni, Umtiti.

Quanta Francia in questo Lecce, quante consonanti dolci come le note di chi, in campo, sta facendo innamorare in popolo intero a suon di giocate.

Sarà l’arte, la poesia, o piuttosto il vino, da sempre anello di congiunzione tra i popoli. Ma tant’è, l’asse Lecce – Francia è davvero Formidable.

Piovesse il tuo nome

Se in mezzo alle stara, e alla confusione, fosse piovuto il tuo nome, Nikola, ieri sera, beh, l’avremmo bevuto volentieri. E invece no, tu, indomito e dannato, hai deciso di rimandare ancora, rinchiuso come sei in un complesso che ti porta a vedere quella linea così ostica, nemica, ardua da scavalcare, come una trincea psicologica che ti impedisce di superarla con la mente prima ancora che con il pallone.

Peccato, perché son sicuro che basterebbe poco, un pallone sporco, un rimbalzo strano, pur di interrompere la maledizione.

Eppure il Via Del Mare non vedeva l’ora, piovesse, tra le altre cose, anche il tuo nome.

Ritorno al futuro

Quante volte, se avessimo avuto una macchina del tempo, saremmo ritornati indietro per riportare, dal passato, un frangente o una persona che non c’è più. Ecco, a noi, tifosi, poi, capita ancora di più. Specie quando è tempo di calciomercato, il romanticismo dilaga e quanti (troppi) ragazzi che in passato ci hanno stregato vorremmo ritornassero.

Umtiti ne è l’esempio di questi giorni, un campione, una stella cometa regalata dal destino ad un Lecce che, difficilmente, mai più la rivedrà. Perché è bello così, perché un evento è più prezioso proprio quando è raro, perché le minestre, quando riscaldate, perdono sempre il sapore unico della prima volta.

E allora si, sognare è bello, ma più che al ritorno, dovremmo pensare al girone, di ritorno. Che sappia di cose belle, di nuovi volti e prospettive, di storie nuove da raccontare.

Perché anche quello sia bello, perché anche quello, un po’, sappia un ritorno al futuro.

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