Dopo qualche partita di appannamento, Tete Morente è tornato a prendersi la scena. Lo ha fatto nel modo che gli riesce meglio: con intensità, intelligenza tattica e qualità nelle giocate decisive. Contro la Fiorentina, l’esterno spagnolo del Lecce ha offerto una prestazione completa, confermandosi come uno degli elementi più in crescita della formazione di Di Francesco.
Si è ripreso la sua fascia con la determinazione di chi sa di poter essere un punto di riferimento, spingendo con continuità e garantendo allo stesso tempo solidità nella fase difensiva. L’intensità che mette in campo non è solo un dato fisico, ma un atteggiamento mentale: ogni pallone diventa un’occasione per incidere, ogni transizione una possibilità per far male all’avversario.
Le cifre della sua partita raccontano una storia di equilibrio e concretezza: 84% di passaggi riusciti, a testimonianza della precisione e della lucidità nelle scelte; 80% di tackle vinti, indice di una fase difensiva curata con attenzione e tempismo; 4 recuperi totali, che mostrano quanto la sua presenza sia stata preziosa anche senza palla; e soprattutto 1 assist, quello che ha aperto la strada al gol di Berisha.

Dopo un periodo in cui sembrava aver perso un po’ di smalto, Tete Morente è tornato al centro del progetto giallorosso, con la testa di chi conosce il proprio valore e sa come metterlo al servizio della squadra. La sua capacità di alternare spinta e copertura, di incidere nelle due fasi, sta diventando un fattore chiave per il Lecce, che in lui ritrova un equilibrio prezioso tra corsa e qualità.
La sensazione è che lo spagnolo abbia ritrovato piena fiducia nei propri mezzi e nel contesto tattico disegnato da Di Francesco. E quando Tete è in fiducia, il Lecce cambia marcia: la squadra guadagna profondità, imprevedibilità e quella scintilla che può accendere la partita in qualsiasi momento.
Determinante, concreto, ritrovato. Tete Morente è di nuovo protagonista, e la sua “rampa di lancio” sembra essere solo all’inizio.