Lecce, Francesco Soda in esclusiva: “Vi racconto segreti e backstage della squadra giallorossa”

Il massofisioterapista racconta in esclusiva ai nostri microfoni i segreti e il backstage di una squadra che vince: i campioni giallorossi fuori dal campo

Nato professionalmente all’interno del mondo sportivo di Squinzano, si è occupato dapprima dell’under 18 della squadra di calcio locale, per poi trasferirsi nello staff degli Allievi nazionali del Lecce. Importante per la sua formazione anche l’esperienza dal 2000 al 2004 con la formazione della Pallavolo Squinzano, prima di rientrare nel Lecce e di giungere nello staff della prima squadra nel 2017.

Lui è a Francesco Soda, massofisioterapista dell’U.S. Lecce: “figlio d’arte”, oggi ci svela segreti e backstage della squadra giallorossa in esclusiva a Salento News.

Benvenuto su Salento News. Qual è, per lei, salentino di Squinzano, il suo rapporto con Lecce ed il Lecce.

“Il rapporto che mi unisce all’U.S. Lecce nasce da mio padre (Rino Soda, ndr.) che per vent’anni è stato fisioterapista della squadra insieme al dottor Palaia anche lui di Squinzano, che mi ha in qualche modo indirizzato verso questo lavoro con il Lecce calcio trasmettendomi la sua passione.

Lavorare per la squadra della nostra terra e per i giallorossi è stato sempre un sogno, soprattutto dopo la fine del livello professionistico del calcio a Squinzano, il mio paese e farlo con il Lecce in serie A è una bella vetrina ed un grande orgoglio”.

La vostra è una famiglia di “massaggiatori” per il calcio: suo padre Rino, dopo tanti anni al Lecce ora è nello staff del Parma. Com’è il vostro rapporto dal punto di vista “professionale”?

Diciamo che mio padre mi anticipa un po’ le problematiche ma anche i pregi di un calciatore che arriva qui a Lecce. Raramente scendiamo nello specifico, a meno che non si tratti di situazioni particolari, ma mi raccomanda piuttosto di tenere qualche attenzione in più in merito ai vari casi. Dal punto di vista professionale c’è uno scambio sempre molto positivo, così come, ovviamente, da lato umano dove è sempre prodigo di consigli”.

Francesco Soda e Rino Soda

Tempi di recupero e calcio sempre più frenetico: come si può gestire il rapporto tra tempi fisiologici e necessità di squadra?

Con l’area tecnica (mister e il suo staff) c’è un ottimo rapporto di dialogo e confronto. Gli infortuni vengono gestiti di comune accordo in merito alle casistiche, nel rispetto reciproco e soprattutto di quelli che sono i tempi medici di recupero dei tesserati. Il recupero avviene seguendo tutte le indicazioni e le risposte che arrivano anche dal fisico del calciatore stesso, che talvolta, essendo soggettivo, può avvenire in tempi più brevi del previsto o meno. Non ci sono assolutamente pressioni in merito a recuperi lampo o altro, perché alla base di tutto c’è un profondo rispetto per i ragazzi e le loro peculiarità. In ogni caso, dietro c’è un grande lavoro collettivo insieme ai miei colleghi dello staff, il dottor Giuseppe Congedo (medico sociale), Marco Camassa (fisioterapista), Graziano Fiorita (fisioterapista) e l’osteopata Stefano Carrisi”.

Il Backstage di una squadra che vince: che lavoro c’è dietro questo Lecce, sia dal punto di vista caratteriale che da quello fisico?

La grande forza di questa squadra sta nel gruppo, unito e compatto anche in settimana.

Il clima interno della squadra è sempre molto equilibrato. Ovviamente quando si perde c’è un clima più serio da parte loro che si confrontano sugli errori commessi e su come migliorarsi, sempre nell’ottica di un confronto positivo per il gruppo. Negli alti giorni invece, dopo le vittorie, c’è un clima più sereno e quasi di “festa” negli spogliatoi con musica e scherzi, una serenità che però si trasforma in concentrazione non appena scendono in campo. In generale c’è quindi grande professionalità ma anche la giusta leggerezza che favorisce una bella armonia tra i ragazzi.

Dal punto di vista fisico devo dire che i ragazzi sono molto attenti anche a livello individuale. In molti arrivano al centro sportivo molto prima degli allenamenti e svolgono un lavoro di prevenzione singolarmente. C’è grande attenzione e professionalità quindi da parte loro nel rapporto con la gestione del proprio fisico, cosa che poi aiuta e dà grandi benefici anche dal punto di vista collettivo e degli obiettivi di squadra”.

Il Lecce durante una sessione di allenamento
all’Acaya Golf Resort SPA

Qualche episodio importante di questa stagione?

Un episodio importante di questa stagione è sicuramente l’arrivo di Baschirotto, che con il suo atteggiamento e modo di fare è entrato da subito in sintonia con tutti. Io lo chiamo “il gigante buono” perché riesce a trascinare tutto il gruppo non solo nel lavoro ma anche nei momenti di svago e leggerezza, è un “compagnone”, per così dire, uno che riesce sempre a scacciare la tensione con una battuta al momento giusto. È un ragazzo a cui piace molto la musica, sia quella italiana classica dei cantautori anni 70 che quella disco e techno. Nello spogliatoio la musica non manca mai, e devo dire che anche gli altri ragazzi apprezzano. Anche se è a Lecce da poco, essere leader e trascinatore è nella sua indole, è empatico con tutti fin dal primo giorno di ritiro e vive con grandissimo entusiasmo questa sua esperienza a Lecce”.

Intervista a Francesco Soda

E gli altri? Che capitano è Hjulmand?

Morten è un ragazzo silenzioso ma che al momento giusto sa tirare fuori parole importanti. E’ un ragazzo riservato ma un capitano importante ed un punto di riferimento in campo e fuori per tutto il gruppo.

Strefezza, invece, fuori dal campo è un giocherellone come Baschirotto, un ragazzo umile anche lui ma che riesce a trascinare gli altri sia nei momenti di leggerezza che di massima concentrazione e spinta in campo.

Gabriel Strefezza esulta dopo una vittoria in casa
al Via del Mare

Devo dire che in generale sono tutti ragazzi molto professionali ed educati, sia nel rapporto con gli altri che tra di loro, un gruppo che tiene tanto alla maglia e ha ben salda la strada da percorrere per arrivare al risultato finale”.

Corvino ha spesso raccontato di come convinca i nuovi arrivi mostrando loro i paesaggi, la città e soprattutto le prelibatezze del Salento. Come si integrano qui, poi, questi ragazzi che provengono spesso da territori totalmente diversi?

Diciamo che la cultura dell’accoglienza fa parte del nostro essere salentini, lo siamo di natura. I nuovi arrivi ricevono calore e disponibilità immediata da parte di tutti. Noi cerchiamo di aiutarli facendo assaggiare pasticciotti, rustici e tutte le altre prelibatezze della nostra terra. I ragazzi spesso visitano Lecce, il Salento, le coste soprattutto. Il calore dei tifosi poi li colpisce da subito, e li aiuta ad integrarsi ma anche a responsabilizzarsi subito verso l’importanza della maglia giallorossa”.

Il campione del Mondo Samuel Umtiti
al suo arrivo all’Aeroporto di Brindisi

Samuel Umtiti è un Campione del Mondo che in campo trasmette umiltà e tempra da leader completo. Com’è fuori dal campo? Come lo descriveresti fuori dal campo? Ci svela qualche aneddoto o qualche sua preferenza?

L’aggettivo che più descrive per me Samuel Umtiti è umiltà. Lui fuori dal campo è molto attento e meticoloso in tutto, non è una persona particolarmente esigente ma, anzi, aiuta sempre tutti. Fa un gran lavoro di prevenzione ed è sempre attento e sul pezzo per ottimizzare e proteggere il suo rendimento atletico. Dal punto di vista fisico al suo arrivo il suo recupero non è stato difficile, anzi, ha recuperato velocemente e nel giro di poche partite è stato a disposizione del mister. Tutto sommato è arrivato in un ottimo stato e si è integrato da subito con tutti i compagni e con l’ambiente in generale. Non è particolarmente esigente nemmeno dal punti di vista gastronomico perché è molto preciso e puntuale anche in quello, anche se ogni tanto si concede qualche golosità. È ghiotto della torta al pistacchio e dei pasticciotti”.

Intervista a Francesco Soda

Qual è il suo ricordo più bello e il sogno più grande legato al Lecce?

Il ricordo più bello è sicuramente la promozione in serie B nella stagione 2017-2018, al mio primo anno nello staff della prima squadra e soprattutto poi la grande scalata dell’anno dopo fino alla serie A. Una cavalcata incredibile in cui si respirava un grande entusiasmo dentro e fuori dal campo. Tra l’altro coincidenza (o destino) ha voluto che nello staff ci fosse anche Graziano Fiorita e che i nostri padri, all’epoca in cui facevano lo stesso lavoro per il Lecce, vissero anche loro al tripla risalita negli anni 90 dalla C alla A proprio come noi.

Dall’interno si vive appieno la grande progettualità di questa società, ma anche una grande attenzione al presente dove ogni dettaglio non deve essere lasciato al caso per raggiungere gli obiettivi.

Il sogno più bello è vedere il Lecce vincere, magari, uno scudetto perché no. Più verosimilmente sarebbe straordinaria già, un girono, una qualificazione in Europa. Sarebbe davvero un bellissimo traguardo che questa squadra e questa società meritano”.

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