Il barocco leccese patrimonio Unesco? Le istituzioni pugliesi pensano alla candidatura

Al fianco del comitato promotore (“Il Barocco Leccese per l’Unesco”) da oggi ci sarà anche la Regione Puglia che a sostegno del percorso di costituzione del comitato ha assegnato 100.000 euro. Per il 2022 ma anche per il 2023 e il 2024 per un totale, quindi, di 300mila euro.

A fare da regia ci saranno invece la Provincia di Lecce e il Comune di Lecce. Ma il percorso per presentare le forme del barocco leccese all’attenzione dell’Unesco è molto lungo.

La prima fase della candidatura – si legge sui portali dell’organizzazione – prevede la richiesta di iscrizione nella lista propositiva nazionale (Tentative List), con la quale il Paese segnala al Centro del Patrimonio Mondiale, World Heritage Center (WHC), i beni per i quali intende chiedere l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale nell’arco di 5-10 anni.

Lecce – la città del barocco del sud

Successivamente, a seguito di un primo esame, si procede con l’invio della domanda ai Ministeri competenti (il Ministero della Cultura, per i siti culturali, e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, per i siti naturali) che hanno il compito di valutare i contenuti della domanda, dandone poi notizia alla CNIU. A seconda della valutazione dei. Consiglio direttivo della CNIU, il Ministero competente, una volta ultimato l’esame di merito, mettendo in copia la Commissione Nazionale e gli altri Ministeri interessati trasmette la candidatura al Ministero degli Esteri, che la inoltra alla Rappresentanza Diplomatica presso l’UNESCO per il successivo invio, entro il primo febbraio di ogni anno, al WHC.

Per i beni iscritti nella lista propositiva si procederà successivamente, in un iter lungo e complesso, alla predisposizione delle candidature vere e proprie, composte da un dossier e da un piano di gestione che i proponenti redigono con l’ausilio dei Ministeri competenti.

Intanto la notizia è stata accolta positivamente dagli operatori turistici e dagli addetti ai lavori. Come The Monuments People, l’associazione che riunisce le guide turistiche di Puglia.

«L’Italia è il Paese con il maggior numero di siti riconosciuti come patrimonio dell’umanità, attualmente 58, a sottolineare l’importanza del valore del patrimonio artistico e culturale. Inserire all’interno della lista anche il Barocco leccese significa riconoscere, ancora una volta, la sua importanza, tutelarlo e promuoverlo maggiormente, con l’intento di trasmettere alle generazioni future l’importanza della nostra cultura e l’amore per la nostra terra – hanno rilevato dall’associazione –. Il riconoscimento UNESCO permetterebbe inoltre uno sviluppo ulteriore in termini di turismo e le ricadute che da ciò ne deriverebbero sarebbero un beneficio per il settore e per tutto l’indotto, oltre che per la comunità».

Ma le forme del Barocco leccese che impreziosiscono la Basilica di Santa Croce, nel capoluogo, è solo una delle bellezze della corrente artistica. «Uno stile artistico e architettonico – proseguono i componenti di The Monuments People – nato dall’abile maestria e dalla creatività di architetti locali quali Francesco Antonio Zimbalo, Giuseppe Zimbalo, Giuseppe Cino, Cesare Penna, per citarne i maggiori, diffusosi nel Seicento e sviluppatosi anche grazie alla particolarità della pietra leccese, cateterizzata da una straordinaria lavorabilità che ha permesso la realizzazione di stravaganti motivi decorativi, soprattutto a Lecce.Il Barocco si sviluppa anche oltre il nostro capoluogo di provincia, prendendo forme e stili differenti a seconda della pietra utilizzata per la realizzazione di palazzi, chiese ed edifici pubblici. Il Barocco leccese rientra a pieno titolo in quelle che sono le testimonianze del genio creativo dell’essere umano che si riflette non solo in ambito edilizio, ma anche nell’arte più in generale, sottolineando la cultura seicentesca del nostro territorio, motivo per il quale siamo convinti che la candidatura a patrimonio UNESCO sia un’ulteriore possibilità di promozione, valorizzazione e tutela di questo inestimabile tesoro storico».

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