La terza serata si apre con l’inno alla leggerezza portato da Bennato con “sono solo canzonette”. E scivola via così, leggera, intermedia, veloce, priva di grandi coupe de théâtre.
Finché Duran
I veri ospiti internazionali di questo festival, i Duran Duran, accendono il sacro fuoco degli anni 80 che in un Sanremo di Carlo Conti non deve mai mancare.
Katia Follesa in abito da sposa, corona il sogno da ragazzina strappando a Simon Le Bon un bacio nonostante le sue rimostranze: «Sono sposato!»
Ne esce fuori uno sketch simpatico ma non troppo, che a suo modo rappresenta la celebrazione di Sanremo a San Valentino.
Con una promessa rubata, fugace, scenica.
Viva l’amore, finché Duran.
Viva L’IVA
La serata celebra anche una delle artiste italiane che, a suon di gettoni di presenza, si è presa di diritto un posto nella storia di Sanremo.
Il Premio alla Carriera ad Iva Zanicchi, che a preso parta al festival 11 volte e l’ha vinto 3, celebra l’unica Iva che fa felici gli italiani
Signora sempre elegante nel look e un pò scorretta nell’elocutio, Iva, al di là della sua grande voce, è l’ artista simbolo di una musica Italiana che non tramonta mai, e che l’Ariston celebra sempre come una regina.
Viva l’Iva

Standing Ovation
Dopo aver ascoltato tutti i brani live almeno due volte, cresce la consapevolezza dei gusti e degli apprezzamenti.
Se per le Radio spopolano i Cuoricini dei Coma Cose, e i rumors confermano i pronostici pre sanremesi, le vibes della galleria del Teatro Ariston iniziano a scrivere una classifica tutta loro.
Simone Cristicchi, con “Quando sarai piccola” riscuote applausi scroscianti sin da primo ascolto, così come le esibizioni di Giorgia e di Brunori Sas.
La novità della terza serata è però l’ovazione a “Balorda Nostalgia” di Olly, canzone che sta crescendo ovunque e che anche l’Ariston sta iniziando ad apprezzare.
Che sia sulla strada de “la Noia” di Angelina Mango che l’anno scorso sovvertì tutti i pronostici?
Lo scopriremo solo vivendo.
Per ora entra, di diritto, nella classifica delle Standing ovation