Cosa Resta, Lecce-Torino

Un colpo d’ali da Core Presciatu, come un’Aquila nel cielo, pronti a scrivere una Storia che, in fondo, siamo noi

Era l’ultima occasione per dare speranza ad un sogno. Ed è stata, finalmente, colta.

Questo, e qualcos’altro, restano di Lecce-Torino.

Core Presciatu

Serviva un colpo d’ali inatteso.

Un moto d’orgoglio che venisse dal profondo e che permettesse di andare oltre i propri, manifesti, limiti.

Lo si chiedeva da mesi, è arrivato all’ultima occasione disponibile.

Foto Lega Serie A

È arrivato dal profondo, da quell’orgoglio che impedisce a chi vive in questa terra di mollare anche quando tutto sembra orami, inevitabilmente, perso.

Presto, tardi, o giusto in tempo si vedrà.

Ma è un colpo importante, che rende tutto ancora possibile.

Un colpo da core Presciatu.

Un’aquila nel cielo

Il volatile più maestoso del cielo lega il futuro e il presente del Lecce.

Nel presente, il gol di Ramadani, alfiere e capitano della nazionale della “terra delle aquile”, che gli permette di avete ancora la possibilità di cullare un sogno.

Nel futuro, immediato, gli ultimi 90 e passa minuti nello stadio dove per tradizione vola l’Aquila più famosa d’Italia.

Un simbolo reale, maestoso, di riscatto per chi fin qui aveva vissuto nell’ombra.

Ma anche il simbolo di un cacciatore del cielo nobile e feroce, al momento giusto.

E così bisognerà essere, nel momento giusto.

Come un’aquila nel cielo.

La storia siamo noi

Nessuno si senta offeso, nessuno si senta escluso.

Siamo noi, queste onde nel mare, questo rumore che rompe un silenzio, quello del pre-partita, dove 25mila anime col fiato sospeso non vedevano l’ora che iniziasse, per cominciare a vivere la propria storia.

La storia siamo noi, nei sussulti e negli insulti, nell’incitamento e nello scoramento per un’azione mancata sul più bello.

La storia siamo noi, che per questa squadra ci siamo da sempre, da quei Lecce-Sicula Leonzio fino alle vittorie più prestigiose.

La storia siamo noi, che abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere.

Sempre gli stessi, dentro, fuori e sospesi sugli spalti di quell’incredibile campo che è il Via Del Mare.

Ci raccontano, da mesi, che c’è da scrivere una nuova, incredibile, pagina di storia.

E siamo pronti, con la penna in mano, tutti, per riempire una nuova pagina negli annali di questa squadra.

Senza dimenticare che, comunque vada, la storia siamo noi.

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