Doveva essere l’ultima spiaggia, si è trasformata nell’ultima deriva di una squadra, purtoppo, allo sbando da un po’ di tempo. Questo, e qualcos’altro, restano di Lecce-Como.
Diao Diao Bambina
Il Como arrivava da 2 vittorie consecutive, in una posizione di classifica più che tranquilla e con motivazioni pari a chi, ormai, non ha più nulla da chiedere.
E infatti, le gambe che tremavano in campo era quelle del Lecce.
Quelle dei lariani, invece, correvano veloci, forti della tecnica di ragazzi ben pagati, è vero, ma anche messi in campo da un Fabregas che sa riconoscere il talento.
Assane Diao, 19 anni, 12 milioni dal Betis a Gennaio, è una cometa che difficilmente si fermerà qui. 8 gol e 1 assist nelle sue prime 15 partite di serie A non sono un caso, se poi gli lasci campo aperto, ti saluta e va a prendersi il palcoscenico che merita.
Diao Diao Bambina.

Viva la libertà
Stiamo entrando in una settimana che ci regalerà, al di là del clima pasquale, l’appuntamento con la festa della liberazione più importante della nostra nazione.
La liberazione dell’oppressione, dal pensiero unico, dalla limitazione delle libertà di pensiero, espressione, parere.
E allora, attenzione a cadere nel tranello che l’opinione opposta alla nostra debba essere, necessariamente, nascosta e soppressa perché sbagliata a prescindere.
Attenzione a salvaguardare, sempre, la possibilità di chi, anche colto dal trambusto dei sentimenti in tempesta, ha il sacrosanto di diritto di manifestare, civilmente, il suo dissapore.
Perché la delusione è di tutti, così come di tutti deve essere l’opportunità di dire la sua su ciò che più lo sta facendo soffrire.
Senza che questo sia, necessariamente, visto come un affronto da limitare.
Viva la libertà.
L’agnello sacrificale
Il clima di Pasqua è da sempre avverso ai poveri, giovani ovini, spesso sacrificati alla luce della tradizione.
Metaforicamente, questa figura ha sempre rappresentato la vittima prescelta per espiare tutti i propri peccati verso gli Dei, provando a salvare la propria anima.
L’agnello sacrificale di questa sconfitta è designato da tempo, colui che ha predicato bene, da maestro, all’inizio e che sembra aver perso definitivamente il polso e le redini di questa squadra.
Come disse Qualcuno, dall’alto, tempo fa, gli errori diventano tali solo alla luce dei risultati successivi. All’inizio, quando si sceglie quella strada, si spera sempre che sia quella giusta.
Certo che, però, mai come a sto giro, le colpe non sembrano completamente sue.
Ma è il suo destino, è non può certo sfuggirne.
Quello dell’agnello sacrificale.