Cosa Resta, Cagliari – Lecce

Uno sprofondo che più rosso non si può, un “si salvi chi può” al cardiopalma e un tempo delle idee che sta per finire

Un tracollo brutto brutto, dopo un primo tempo ben giocato. Un risultato forse bugiardo, ma veritiero sui reali limiti di questa squadra. Questo, e qualcos’altro, restano di Cagliari – Lecce

(S)profondo rosso

Affondare, o meglio spro-fondare, alla prima goccia di pioggia è ormai un classico di questa stagione per il Lecce.

E se poi, nel momento peggiore, arriva anche un cartellino rosso a sancire la fine delle, pur velate, ostilità opposte dal Lecce in un secondo tempo da incubo, beh, non si può che affondare.

Un episodio ingenuo, infantile, estemporaneo, ma che certamente ha incrinato ulteriormente un Lecce che già era sulla via del tracollo, e che da lì in poi ha smesso di opporre ogni resistenza.

Quella di Rebic non è la goccia, ma il vaso che tracima come già aveva dato segno di poter fare, al culmine di un momento in cui gli unici abili e arruolabili, non avevano più le forze per tenere la barca in salvo.

E allora, tutti giù. Sprofondo rosso.

Si salvi chi può

Mai come quest’anno, a memoria degli ultimi campionati di serie A, si era vissuta una lotta salvezza così serrata e incerta.

Dal decimo posto in giù (praticamente tutta la parte destra della classifica, Monza e Venezia escluse), alla 21esima giornata si trovano 9 squadre in soli 6 punti.

Questo significa lotta centimetro su centimetro, classifica precaria ed umorale, significa che è fondamentale mantenere l’equilibrio anche quando si cade, perché per rialzarsi basta un attimo.

Significa, anche, che sarà durissima fino alla fine, che le avversarie sono strutturate e consolidate e che il Lecce non deve, e non può, farsi trovare impreparato alla volata finale.

Un finale al cardiopalma, tutto da scrivere, fino all’ultimo minuto.

Si salvi chi può.

Il tempo delle idee

La creatività è l’arma più importante in mano a chi ha poco, perché permette, attraverso le idee, di immaginare soluzioni che chi è già colmo non vede.

Il realismo, termine tanto inflazionato nelle ultime settimane giallorosse, racconta di una situazione economica in equilibrio, ottimale, anche se non in grado di garantire i colpi che tutti vorremmo.

C’è il dettaglio, però, che idee e realismo debbano scontrarsi, spesso, con il fattore che più di tutti determina la bontà di una scelta, il tempo.

Un fattore che discrimina una scelta efficace da una tardiva e che cambia la il giudizio di tutto, in base a quando questo avviene.

Perché anche le idee, in fondo, sono soggette alla scure del tempo a disposizione.

E, purtroppo, anche quello del calciomercato delle idee sta per finire.

Fate in fretta, prima che termini, il tempo delle idee.

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